giovedì 1 agosto 2013

Seta riciclata (aka "sari silk")


Nelle scorse edizioni di "Filo lungo Filo" al villaggio Leumann di Collegno non ho saputo resistere ai gomitoli e alle matasse di seta riciclata vendute al banchetto di Namaste Sahti, un importatore francese che vende filati attenti all'ambiente e solidali. In particolare, la seta riciclata che ho preso io viene dal Nepal.
Il filato viene ottenuto filando i fili residui della lavorazione della seta, oppure riciclando le fibre dei sari. Si tratta quindi di un filato che recupera materiali altrimenti destinati ad essere buttati (quindi ecologico), realizzato da cooperative di donne che così contribuiscono al benessere delle loro famiglie (e quindi solidale).
Proprio perchè la materia prima è la seta dei sari, i colori sono meravigliosi. I sari indiani (e non solo) hanno colori fantastici, che in questi filati sono mescolati tra loro dando un risultato brillante e imprevedibile, secondo me di grandissimo fascino. Un fascino reso ancora più intenso dal pensiero che queste fibre, prima di essere un gomitolo, sono state abiti bellissimi che hanno accompagnato la vita di donne di Paesi lontani, magari nelle feste o nei matrimoni... mi piace pensare che il filo si porta dietro una storia, e che questa storia sia tramandata dalle donne: prima come abito femminile (sari), poi come fibra filata dalle donne nepalesi, infine come filato che tesserò sul mio telaio !

La seta riciclata può essere lavorata a maglia, all'uncinetto, al telaio, ecc. Alcuni tipi sono più morbidi (ad esempio la matassa nella foto sopra), altri più rigidi; dipende spesso dal modo in cui è stata filata: a volte la filatura è molto stretta e avvolta, quindi il filo resta più rigido e compatto. Quando la filatura è più morbida il filato è più adatto per il lavoro all'uncinetto o a maglia da indossare, mentre i filati più rigidi sono più consigliabili per le borse e gli accessori.
E' in generale meglio fare gomitoli ben compatti e stretti, altrimenti il filato tende a scappare e ad avvoltolarsi, con conseguenze molto fastidiose! La cosa migliore è fare il gomitolo a mano (con la gomitolatrice il filato si impiglia e comunque il gomitolo resta troppo lento, rischiando di disfarsi e aggrovigliare il filo) e poi conservarlo dentro ad un pezzo di collant; quando si lavora, mettere il gomitolo in un sacchetto (tipo quelli per il freezer) chiuso con un laccetto in modo che il sacchetto rimanga abbastanza accostato al gomitolo: il gomitolo deve girare solo il poco che basta per far uscire il filo che man mano viene lavorato.

Il filato di seta riciclata è composto in gran parte da fibre corte, quindi risulta peloso. Bisogna tenerne conto sia perchè un po' perde i pelucchi, e poi perchè è abbastanza caldo: per gli accessori va benissimo per tutte le stagioni, mentre per capi da indossare non è un filato da clima caldo (ovviamente se usato come rifinitura o decorazione va benissimo sempre).
Se viene sottoposto a forte trazione il filato può sfilacciarsi. Non è quindi molto adatto in tessitura come ordito. Meglio usare per l'ordito un filato di colore coordinato ma liscio e resistente, mentre per la trama via libera alla seta riciclata!
Meglio non lasciare frange o capi liberi, perchè col tempo rischiano di spelacchiarsi o disfarsi. Nelle sciarpe, fare le frange arrotolate e strette all'estremità con un nodo, oppure fare una treccia, sempre fermata da un nodo.
Per lo stesso motivo, volendo usare la seta riciclata per un cordino, meglio intrecciarlo o arrotolarlo o al massimo annodarlo di tanto in tanto (e soprattutto alle estremità), invece di usare il filo libero che invece tenderà molto presto a perdere l'avvolgimento e man mano il filo si disferà...

La seta riciclata è in genere irregolare nello spessore, con tratti più sottili e più spessi che si alternano in maniera casuale. Anche i colori si alternano spesso in maniera casuale, ed è questa la caratteristica sicuramente più affascinante di questo filato; talvolta i gomitoli e le matasse hanno un colore dominante (più verso il blu, o verso il rosso, ecc.), ma soprattutto per i gomitoli è possibile che all'interno ci siano altri colori che all'inizio non si vedono. Se si progetta un lavoro in cui il colore è importante, preferire le matasse, in modo da poter verificare che i colori siano quelli voluti.
In ogni caso l'aspetto multicolore e sorprendente del filato dà al lavoro un carattere unico e speciale!


Di solito il filato riciclato non stinge: la seta trattiene bene i coloranti, e il fatto che la materia prima siano i sari fa sì che si tratti di materiali che sono stati già lavati. In ogni caso, proprio la diversa provenienza della materia prima consiglia di essere prudenti: meglio non accostare nello stesso lavoro la seta riciclata a filati bianchi o chiari e uniformi, a meno di non aver prima lavato il filato verificando la solidità dei colori di TUTTO il filato (è materiale riciclato: basta un solo tratto di filo che stinge per macchiare il bianco...)
Normalmente, tuttavia, non ci sono problemi.
Per andare sul sicuro, chi mi ha venduto il filato mi ha consigliato di mettere il capo finito a bagno in acqua e aceto per almeno un quarto d'ora prima di fare il primo lavaggio. Lavare a mano in acqua fredda con detergente delicato (lo shampoo va benissimo), non strizzare, ma rimuovere l'eccesso d'acqua avvolgendo il capo in un asciugamano e poi far asciugare in piano all'ombra, come per tutte le cose delicate e/o fatte a mano.
Procedendo così non ho avuto sorprese, se non la meraviglia dei colori!
Qui trovate un post con una mia sciarpa realizzata con la seta riciclata.

1 commento:

  1. Grazie delle informazioni. Anche io quest'anno a filo lungo filo ne ho comprata una matassa!!!

    RispondiElimina