Ecco una armatura che mi piace molto, perchè si possono ottenere tanti effetti diversi da un solo ordito.
giovedì 3 dicembre 2015
martedì 27 ottobre 2015
Venitemi a trovare
Alla Fiera di Roma, per Abilmente 2015, ci sarò anch'io.
Mi trovate nell'area Tessitura, dove farò diversi corsi. Per saperne di più, potete consultare il calendario delle attività qui. Se volete fare un salto a curiosare, o a salutarmi... sapete dove trovarmi!
lunedì 7 settembre 2015
Tessere con la stoffa: le strisce di jersey
La tessitura con le strisce di stoffa è una tecnica molto usata per realizzare tappeti ("rag rugs", in inglese); è anche un modo per riciclare vecchie stoffe..
Il "filato" per la trama si prepara tagliando la stoffa in strisce continue larghe 1,5 - 2 cm; esistono diverse tecniche e on-line si trovano molti tutorial su come tagliare in maniera efficiente le strisce. Occorre parecchio materiale per fare un tappeto, quindi per la preparazione servono di tempo e pazienza; per iniziare a sperimentare, comunque, meglio partire con qualcosa di non troppo impegnativo (una borsa, un porta-tablet, ecc.) Si possono usare stoffe di ogni tipo, dal tessuto di cotone alla maglina, alle stoffe sottili, alla seta... si possono usare anche stoffe stampate, rigate, colorate. Ovviamente il disegno originale non si distinguerà più, ma si possono ottenere interessanti effetti cromatici. I tessuti che tendono a sfilacciarsi è necessario tagliarli in sbieco.
Per l'ordito si usa del cotone robusto; il colore può essere neutro o coordinato a quello delle strisce di stoffa, anche se resterà per lo più coperto. Per i tappeti si usa in genere il cotone povero.
La riduzione del pettine deve essere tale da consentire una tessitura a ordito coperto, quindi con fili abbastanza distanziati (ad esempio 2 fili al cm).
Per questo progetto ho utilizzato delle strisce di jersey ricavate da vecchie magliette. Le migliori sono le magliette senza cuciture laterali, perchè si possono tagliare delle strisce continue regolari; tagliare una striscia di circa 1,5 cm, poi farne un gomitolo; mentre si fa il gomitolo, tirare con decisione la striscia, che si arrotolerà su se stessa, creando un "filo" rotondeggiante. Normalmente il jersey non si sfilaccia.
In questo caso, ho lasciato i fili ai lati come della frange, ma con un po' di attenzione si possono fare delle cimose accettabili.
Nei cambi di colore, tenere conto che il "filo" di ordito è parecchio spesso, quindi è meglio tagliare la parte iniziale e finale della striscia in diagonale in modo che si assottigli progressivamente e sovrapporre le due estremità assottigliate, così da ottenere uno spessore uniforme anche dove c'è la giunzione.
Siccome il "filo" di jersey tende ad essere abbastanza elastico, cercare di non tirarlo e inserire la trama formando un'"onda", altrimenti il lavoro tenderà a restringersi e ad arrotolarsi; fare anche attenzione che la larghezza del lavoro rimanga costante.
Si può tessere solo con le strisce, oppure alternare una striscia di stoffa e un passaggio di trama in cotone (usando lo stesso cotone dell'ordito); in questo caso si otterrano delle righe verticali e un tessuto dall'aspetto più regolare, come nella fotto qui sopra.
La battuta deve essere ben decisa, in modo da ottenere un tessuto compatto. L'armatura è spesso a tela, ma con rimettaggi diversi (rosengang, a punta, krogabragd, ecc.) si possono ottenere effetti molto interessanti alternando i colori in trama. Si può lavorare anche su pettine-liccio, ma in questo caso è meglio non utilizzare stoffe troppo dure e consistenti, che necessiterebbero di una battuta troppo forte che rischierebbe di danneggiare il pettine.
Per chiudere il lavoro, lasciare sempre delle frange all'inizio e alla fine, abbastanza lunghe da poter essere annodate a due a due (o come si vuole), anche quando si prevede di non rifinire il lavoro con delle frange. Non fate come me, che ho semplicemente lavorato all'inizio e alla fine qualche centimetro con il cotone, pensando poi di rifinire a zig-zag fitto con la macchina per cucire e poi ripiegare l'orlo. Anche con numerosi passaggi a macchina i fili tendono a sfuggire e il lavoro di disfa o si allenta! (per questo motivo i tessuti fotografati in questo post attendono ancora di essere usati...) Magari usando filati meno scivolosi del cotone cablè che ho usato io la situazione è meno critica, però intanto vi metto in guardia!
La cosa migliore è: lavorare un bordo in cotone e lasciare le frange; annodare i fili di ordito unendoli a due a due con un bel nodo saldo; se si vuole, lasciare la frangia e abbellirla a piacere, oppure tagliare i fili della frangia facendo attenzione ai nodi e poi fare l'orlo ripiegato cucendolo a macchina o a mano.
Il "filato" per la trama si prepara tagliando la stoffa in strisce continue larghe 1,5 - 2 cm; esistono diverse tecniche e on-line si trovano molti tutorial su come tagliare in maniera efficiente le strisce. Occorre parecchio materiale per fare un tappeto, quindi per la preparazione servono di tempo e pazienza; per iniziare a sperimentare, comunque, meglio partire con qualcosa di non troppo impegnativo (una borsa, un porta-tablet, ecc.) Si possono usare stoffe di ogni tipo, dal tessuto di cotone alla maglina, alle stoffe sottili, alla seta... si possono usare anche stoffe stampate, rigate, colorate. Ovviamente il disegno originale non si distinguerà più, ma si possono ottenere interessanti effetti cromatici. I tessuti che tendono a sfilacciarsi è necessario tagliarli in sbieco.
Per l'ordito si usa del cotone robusto; il colore può essere neutro o coordinato a quello delle strisce di stoffa, anche se resterà per lo più coperto. Per i tappeti si usa in genere il cotone povero.
La riduzione del pettine deve essere tale da consentire una tessitura a ordito coperto, quindi con fili abbastanza distanziati (ad esempio 2 fili al cm).
Per questo progetto ho utilizzato delle strisce di jersey ricavate da vecchie magliette. Le migliori sono le magliette senza cuciture laterali, perchè si possono tagliare delle strisce continue regolari; tagliare una striscia di circa 1,5 cm, poi farne un gomitolo; mentre si fa il gomitolo, tirare con decisione la striscia, che si arrotolerà su se stessa, creando un "filo" rotondeggiante. Normalmente il jersey non si sfilaccia.
In questo caso, ho lasciato i fili ai lati come della frange, ma con un po' di attenzione si possono fare delle cimose accettabili.
Nei cambi di colore, tenere conto che il "filo" di ordito è parecchio spesso, quindi è meglio tagliare la parte iniziale e finale della striscia in diagonale in modo che si assottigli progressivamente e sovrapporre le due estremità assottigliate, così da ottenere uno spessore uniforme anche dove c'è la giunzione.
Siccome il "filo" di jersey tende ad essere abbastanza elastico, cercare di non tirarlo e inserire la trama formando un'"onda", altrimenti il lavoro tenderà a restringersi e ad arrotolarsi; fare anche attenzione che la larghezza del lavoro rimanga costante.
Si può tessere solo con le strisce, oppure alternare una striscia di stoffa e un passaggio di trama in cotone (usando lo stesso cotone dell'ordito); in questo caso si otterrano delle righe verticali e un tessuto dall'aspetto più regolare, come nella fotto qui sopra.
La battuta deve essere ben decisa, in modo da ottenere un tessuto compatto. L'armatura è spesso a tela, ma con rimettaggi diversi (rosengang, a punta, krogabragd, ecc.) si possono ottenere effetti molto interessanti alternando i colori in trama. Si può lavorare anche su pettine-liccio, ma in questo caso è meglio non utilizzare stoffe troppo dure e consistenti, che necessiterebbero di una battuta troppo forte che rischierebbe di danneggiare il pettine.
Per chiudere il lavoro, lasciare sempre delle frange all'inizio e alla fine, abbastanza lunghe da poter essere annodate a due a due (o come si vuole), anche quando si prevede di non rifinire il lavoro con delle frange. Non fate come me, che ho semplicemente lavorato all'inizio e alla fine qualche centimetro con il cotone, pensando poi di rifinire a zig-zag fitto con la macchina per cucire e poi ripiegare l'orlo. Anche con numerosi passaggi a macchina i fili tendono a sfuggire e il lavoro di disfa o si allenta! (per questo motivo i tessuti fotografati in questo post attendono ancora di essere usati...) Magari usando filati meno scivolosi del cotone cablè che ho usato io la situazione è meno critica, però intanto vi metto in guardia!
La cosa migliore è: lavorare un bordo in cotone e lasciare le frange; annodare i fili di ordito unendoli a due a due con un bel nodo saldo; se si vuole, lasciare la frangia e abbellirla a piacere, oppure tagliare i fili della frangia facendo attenzione ai nodi e poi fare l'orlo ripiegato cucendolo a macchina o a mano.
sabato 29 agosto 2015
Come nasce una coperta
Un bel video sul processo di tessitura di una coperta in lana mohair.
da Nantucket Looms
giovedì 20 agosto 2015
Borsa semplice
Un piccolo esperimento estivo di tessitura a tela su pettine-liccio.
Cotone messo a più capi e cotone bouclè per l'ordito. Cotone bianco a più capi per la trama.
Pettine: 4 fili al cm
Larghezza al pettine: 30 cm
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weaving
domenica 16 agosto 2015
Libri di tessitura (storici)
Ho recentemente iniziato ad esplorare archive.org, un sito dove è possibile trovare molti testi liberi da copyright, digitalizzati, consultabili e spesso scaricabili. I libri sono conservati nelle biblioteche pubbliche, che sempre più spesso ricorrono alla digitalizzazione per conservare meglio e rendere più facilmente accessibili i libri, soprattutto quelli che iniziano ad avere una certa età.
Tra i libri di tessitura meritano di essere sfogliati e letti, anche se un po' datati:
Harriet Tidball, The Weaver's Book. Fundamentals in handweaving,1961
Un manuale ancora decisamente valido. Fornisce indicazioni per tutto il processo di tessitura a mano e analizza le varie tipologie di intrecci, con schemi ed esempi.
Mary Meigs Atwater, The Shuttle-craft Book of American Hand-weaving, 1928
Oramai un classico, contiene teoria, storia, e tanti schemi per motivi lanciati (overshot).
Pietro Pinchetti, Manuale del Compositore di Tessuti, Hoepli 1910
Finalmente una risorsa in italiano. Ha la sua bella età, ma i principi generali, la nomenclatura e la struttura delle armature (sono analizzate in particolare quelle complesse) sono tuttora validi.
Seguendo i link sotto ciascun titolo si arriva alla pagina da cui è possibile consultare on line il testo, oppure scaricarlo sul proprio computer (con varie opzioni di formato sulla destra della schermata). Il sito merita ulteriori esplorazioni utilizzando lo strumento di ricerca. Buona lettura!
----------
On archive.org you can find interesting weaving resources. They are old books, digitalized and downloadable, really useful also for the modern weaver. Try it!
Harriet Tidball, The Weaver's Book. Fundamentals in handweaving,1961
Mary Meigs Atwater, The Shuttle-craft Book of American Hand-weaving, 1928
are both highly recommended (clear instructions and a lot of patterns)
Tra i libri di tessitura meritano di essere sfogliati e letti, anche se un po' datati:
Harriet Tidball, The Weaver's Book. Fundamentals in handweaving,1961
Un manuale ancora decisamente valido. Fornisce indicazioni per tutto il processo di tessitura a mano e analizza le varie tipologie di intrecci, con schemi ed esempi.
Mary Meigs Atwater, The Shuttle-craft Book of American Hand-weaving, 1928
Oramai un classico, contiene teoria, storia, e tanti schemi per motivi lanciati (overshot).
Pietro Pinchetti, Manuale del Compositore di Tessuti, Hoepli 1910
Finalmente una risorsa in italiano. Ha la sua bella età, ma i principi generali, la nomenclatura e la struttura delle armature (sono analizzate in particolare quelle complesse) sono tuttora validi.
Seguendo i link sotto ciascun titolo si arriva alla pagina da cui è possibile consultare on line il testo, oppure scaricarlo sul proprio computer (con varie opzioni di formato sulla destra della schermata). Il sito merita ulteriori esplorazioni utilizzando lo strumento di ricerca. Buona lettura!
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On archive.org you can find interesting weaving resources. They are old books, digitalized and downloadable, really useful also for the modern weaver. Try it!
Harriet Tidball, The Weaver's Book. Fundamentals in handweaving,1961
Mary Meigs Atwater, The Shuttle-craft Book of American Hand-weaving, 1928
are both highly recommended (clear instructions and a lot of patterns)
mercoledì 5 agosto 2015
Il Tessilottero
Ecco a voi il Tessilottero, divertimento di fili avanzati che svolazza sul terrazzo...
Buona estate!
Buona estate!
venerdì 3 luglio 2015
L'uomo che piantava gli alberi
Dal bel libro di Jean Giono L'uomo che piantava gli alberi è stato tratto un bellissimo cortometraggio di animazione.
Le immagini semplici ed evocative accompagnano perfettamente la storia, che è un inno all'amore per la natura e un meraviglioso messaggio di speranza, un invito ad agire nel presente per costruire un futuro migliore.
Il film è stato premiato con l'Oscar nel 1988.
Le immagini semplici ed evocative accompagnano perfettamente la storia, che è un inno all'amore per la natura e un meraviglioso messaggio di speranza, un invito ad agire nel presente per costruire un futuro migliore.
Il film è stato premiato con l'Oscar nel 1988.
sabato 27 giugno 2015
Modi per fare l'ordito
Il montaggio dell'ordito si può fare in diversi modi, e ogni tessitore ha le sue preferenze.
Il primo passaggio è la preparazione dei fili, che devono essere contati e misurati della stessa lunghezza. Per fare questa operazione ci si serve normalmente di un orditoio, ma per orditi corti si possono usare anche sistemi semplici come dei pioli.
Durante la misurazione dell'ordito è fondamentale creare un incrocio a "8" che tenga separati e in ordine i fili. I fili di ordito non devono essere troppo lenti nè troppo tirati: bisogna mantenere una tensione costante tra i pioli dell'orditoio, altrimenti alcuni fili saranno più lunghi e altri troppo corti.
Prima di togliere i fili dall'orditoio, è bene legarli in corrispondenza dell'"8", all'inizio e alla fine e, se l'ordito è lungo, anche in qualche altro punto, in modo che non si aggroviglino. Si inseriscono le verghe di incrocio nell'"8".
A questo punto si procede con il montaggio dell'ordito, che si può fare a partire dal subbio posteriore oppure a partire dal subbio anteriore.
Per il montaggio dell'ordito a partire dal subbio posteriore si procede con i seguenti passi:
- si posiziona l'ordito sulla bacchetta fissata al subbio posteriore, distanziando i fili in maniera regolare e in modo da distribuirli per una ampiezza pari a quella della larghezza del tessuto;
- si fanno passare i fili nel rastrello, distribuendoli correttamente;
- si avvolge l'ordito sul subbio posteriore, inserendo le bacchette o una striscia di carta da pacco per mantenere uniforme l'avvolgimento; è utile che una seconda persona tenga tirati i fili mentre l'altra sorveglia l'avvolgimento; ci si ferma lasciando una lunghezza non avvolta utile a poter eseguire le operazioni successive;
- si passano i fili nei licci;
- si passano i fili nel pettine;
- si legano i fili alla bacchetta del subbio anteriore, controllando che siano tutti in tensione uniforme.
Per il montaggio dell'ordito a partire dal subbio anteriore si procede invece così:
- si legano i fili alla bacchetta del subbio anteriore- si avvolge l'ordito sul subbio anteriore; è preferibile distribuire i fili su una larghezza simile a quella del tessuto da ottenere, ma non è particolarmente importante la regolarità dell'avvolgimento e il controllo della tensione; si lascia una lunghezza non avvolta utile a poter eseguire le operazioni successive;
- si passano i fili nel pettine;
- si passano i fili nei licci;
- si legano i fili alla bacchetta del subbio posteriore;
- si avvolge l'ordito sul subbio posteriore, inserendo le bacchette o una striscia di carta da pacco per mantenere uniforme l'avvolgimento;
- si riannodano i fili sulla bacchetta del subbio anteriore avendo cura di mantenere una tensione uniforme per tutti i fili.
Pro e contro
L'orditura fatta partendo dal subbio posteriore (cioè dal "dietro" del telaio) è generalmente più veloce, avendo meno passaggi; è più conveniente perchè si spreca meno filato: non è necessario infatti fare legature sulla bacchetta del subbio posteriore, ma vi si possono sistemare semplicemente gli anelli di filo ottenuti sull'orditoio. Per distribuire bene i fili è molto utile l'uso del rastrello e per il corretto avvolgimento è quasi indispensabile la presenza di un "aiutante".
L'orditura dal subbio anteriore è più lenta e richiede più legature, ma si può fare molto più agevolmente da soli e senza l'ausilio del rastrello; in genere è anche più facile, con questo metodo, ottenere una tensione ben uniforme.
In Italia è più frequente il montaggio dal subbio posteriore (dal "dietro" del telaio in avanti), mentre negli USA è molto più diffuso quello dal "davanti" verso dietro. A volte, leggendo libri o riviste americani, può essere utile tenerne conto, altrimenti le spiegazioni possono risultare un po' confuse.
In genere, si tende ad utilizzare sempre il metodo che si è imparato per primo, ma può valere la pena provarli entrambi: a volte la preferenza per l'uno o l'altro può essere data dal fatto di avere o meno un aiuto, dalla larghezza dell'ordito, dalla qualità del filato (filati costosi o pelosi è meglio montarli partendo da dietro), la posizione del telaio, l'accessibilità dei licci, ecc.
Alcuni link utili:
- un articolo dettagliato, con istruzioni chiare e molte foto per montare l'ordito partendo dal subbio posteriore, di Louise French (in inglese)
- un altro ottimo articolo con molte foto e comprensibile anche se non si legge molto l'inglese, sempre per montare l'ordito a partire dal subbio posteriore (in inglese)
- perchè può essere meglio fare l'ordito partendo dal subbio posteriore in un post di Peggy Osterkamp (in inglese)
- montaggio dell'ordito dal subbio anteriore in un articolo di Madelyn Van Der Hoogt (in inglese)
domenica 21 giugno 2015
Bambole in tessuto doppio
Mi accorgo che non ho mai fatto un post approfondito sulle mie pupazzette.
Quindi vi presento adeguatamente le "star" che salutano nel finale del video di Leumann 2013!
L'idea di un pupazzo fatto in un unico pezzo nasce poco dopo aver sperimentato il tessuto doppio. La sfida che mi ponevo allora era di costruire direttamente sul telaio un personaggio, senza cuciture e già imbottito. A dire il vero, un minimo di cucitura deve esserci, perchè altrimenti non sarebbe possibile fargli delle braccia (o meglio, sarebbe possibile, ma con un altro aspetto e una diversa costruzione sul telaio, ma è un'altra storia).
I primi prototipi nascono nel 2011: tra di loro c'è "Luisa", caparbiamente desiderata da una simpatica bimba che finisce col portarsela a casa.
Tempo dopo, rivedo il progetto e mi rassegno a qualche cucitura in più, che mi consente di dare alle bambole una forma più gradevole. Rimane però il punto fermo della costruzione sul telaio della parte fondamentale del corpo, le braccia vengono pure tessute in doppio, ma con un ordito separato.
In queste immagini i passi della realizzazione.
L'ordito (fili sono tanti perchè il tessuto sarà in doppio strato).
La tessitura: in basso si vede il corpo (qui in viola) e in alto le gambe.
I corpi di alcune bambole appena tolti dal telaio: per alcune ho tessuto il busto con un filato colorato così da ottenere una sorta di "body" a cui basta aggiungere una stoffa arricciata a formare la gonna... e sono vestite!
La tessitura del "tubo" per le braccia. Il tutto viene poi imbottito e unito.
Il pupazzetto finito.
Infine si ricamano occhi e bocca, si aggiungono i capelli e gli abiti (ci si può sbizzarrire).
Tutte insieme a "Filo lungo filo" (e poi in tournée a Roma).
Ma sempre pronte a godersi i piccoli piaceri della vita!
L'idea di un pupazzo fatto in un unico pezzo nasce poco dopo aver sperimentato il tessuto doppio. La sfida che mi ponevo allora era di costruire direttamente sul telaio un personaggio, senza cuciture e già imbottito. A dire il vero, un minimo di cucitura deve esserci, perchè altrimenti non sarebbe possibile fargli delle braccia (o meglio, sarebbe possibile, ma con un altro aspetto e una diversa costruzione sul telaio, ma è un'altra storia).
I primi prototipi nascono nel 2011: tra di loro c'è "Luisa", caparbiamente desiderata da una simpatica bimba che finisce col portarsela a casa.
Tempo dopo, rivedo il progetto e mi rassegno a qualche cucitura in più, che mi consente di dare alle bambole una forma più gradevole. Rimane però il punto fermo della costruzione sul telaio della parte fondamentale del corpo, le braccia vengono pure tessute in doppio, ma con un ordito separato.
In queste immagini i passi della realizzazione.
La tessitura: in basso si vede il corpo (qui in viola) e in alto le gambe.
La tessitura del "tubo" per le braccia. Il tutto viene poi imbottito e unito.
Il pupazzetto finito.
Infine si ricamano occhi e bocca, si aggiungono i capelli e gli abiti (ci si può sbizzarrire).
Tutte insieme a "Filo lungo filo" (e poi in tournée a Roma).
Ma sempre pronte a godersi i piccoli piaceri della vita!
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mercoledì 17 giugno 2015
Mostra alla Scuola Arti Ornamentali "San Giacomo"
Dal 18 al 25 giugno sarà possibile visitare la consueta mostra di fine corso della Scuola Comunale Arti Ornamentali di via San Giacomo 11, a Roma.
Si potranno ammirare i lavori degli allievi dei vari corsi, dall'Arazzo alla Tessitura, all'Oreficeria, alla'Affresco, Scultura in Legno, Incisione, Oreficeria, Ceramica, Vetrate Artistiche, Disegno, Cesteria e tanto altro...!
Mostra Allievi di Fine Anno 2014-2015
inaugurazione giovedì 18 giugno alle ore 17
la mostra sarà aperta fino al 25 giugno
orario dalle ore 17.00 alle ore 19.00
chiusa mattina, sabato e domenica
Scuola Arti Ornamentali "San Giacomo" del Comune di Roma
Via di San Giacomo 11 Roma (Fermata Metro Spagna)
tel 06-36001843
La scuola "San Giacomo", del Comune di Roma, ha una importantissima e notevole tradizione storica: fondata nel 1871 è stata frequentata nel corso del tempo da allievi e artisti come Boccioni, Mafai, Severini, Scipione, Fazzini, Ziveri ...
martedì 9 giugno 2015
Aspettando Filo lungo filo...
Colta dalla nostalgia (e dal senso di colpa per aver tralasciato blog e telaio per un po' di tempo), mi sono ritrovata a girovagare tra siti e filmati e mi sono imbattuta in questo video su "Filo lungo filo" al Villaggio Leumann del 2013. C'ero anch'io, ed è stato bello rivedere persone e lavori incontrati in quella edizione.
Se vi va, guardatelo e cominciate ad aspettare come me la prossima edizione.
Al minuto 2:46, poi, forse riconoscerete qualcuno.
Sì, sono proprio loro, le mie bambole in tessuto doppio!
Se vi va, guardatelo e cominciate ad aspettare come me la prossima edizione.
Al minuto 2:46, poi, forse riconoscerete qualcuno.
Sì, sono proprio loro, le mie bambole in tessuto doppio!
martedì 28 aprile 2015
Ancora Lino e Cotone
Con il lino-cotone ho tessuto questa sciarpa estiva in colori che mi piacciono molto.
La sequenza è basata sulla successione di Fibonacci (ogni numero è la somma dei due precedenti: 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, ecc.), ma con una certa libertà: per esempio, quando le righe diventano troppo larghe, procedo all'indietro (34, 21, 13, 18, ecc.).
Il rimettaggio è 1-2-3-4 e l'armatura è una saia 2/2. Con la saia i problemi di rottura dei fili sono molto più rari.
La sciarpa è già finita e rifinita. Mi riprometto di presentarla meglio con ulteriori foto.
La sequenza è basata sulla successione di Fibonacci (ogni numero è la somma dei due precedenti: 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, ecc.), ma con una certa libertà: per esempio, quando le righe diventano troppo larghe, procedo all'indietro (34, 21, 13, 18, ecc.).
Il rimettaggio è 1-2-3-4 e l'armatura è una saia 2/2. Con la saia i problemi di rottura dei fili sono molto più rari.
La sciarpa è già finita e rifinita. Mi riprometto di presentarla meglio con ulteriori foto.
martedì 14 aprile 2015
Tessere con il lino (o lino-cotone)
Il lino è un materiale molto bello e naturale, ma richiede un po' di attenzione in più per essere tessuto.
Dalla mia (breve) esperienza le regole da seguire sono:
- il lino non è elastico: nel preparare l'ordito cercare di essere molto regolari nella tensione
- per montare l'ordito, aiutarsi con il rastrello, in modo da avere i fili distribuiti regolarmente nella larghezza finale
- fare attenzione che i fili sul subbio non si sovrappongano e inserire sempre le stecche o la carta tra gli strati di avvolgimento, anche per orditi corti
- controllare che non ci siano nodi o ispessimenti del filo
- il lino si rovina velocemente a causa dello strofinio: mettere i fili doppi in cimosa (2/4 fili per lato); i fili di cimosa sono quelli che subiscono maggiore sfregamento e tensione rischiano di rompersi più facilmente
- pettine: meglio mettere 2 (o 3) fili per dente su un pettine più rado, perchè lo strofinio indebolisce il filo, che potrebbe spezzarsi; in pratica: meglio 2 fili per dente su un pettine da 40/10, piuttosto che un filo per dente con pettine 80/10
- non tendere troppo l'ordito
- battere a passo chiuso e con decisione, ma una volta sola (più battute, più strofinio, maggiore rischio di rovinare il filo)
- il lino è più resistente se è leggermente umido: spruzzare leggermente d'acqua l'ordito (molto leggermente e facendo attenzione a non bagnare le parti in metallo del telaio che potrebbero arrugginirsi), oppure tenere un panno umido sull'ordito dietro ai licci; alcuni consigliano di inumidire anche il filo di trama, ma non mi pare necessario
- la spoletta non deve essere troppo piena, per non impigliarsi nell'ordito e causare sfregamenti
- il filo di trama sulla spoletta va avvolto con cura e ben compatto (tende facilmente a svolgersi e impigliarsi nella navetta)
- avanzare spesso il lavoro, così il passo sarà ben aperto
- quando si sospende il lavoro, ricordarsi sempre di allentare la tensione dell'ordito
- un filo che sta per rompersi può essere "salvato" con la colla di farina: mescolare pochissima farina e qualche goccia d'acqua ottenendo una pappetta, che va stesa in piccolissima quantità sul filo che sta per rompersi, riunendo i capi (se finisce anche sui fili vicini, non è grave, ma controllare che non si incollino tra loro e che non si formino ispessimenti); attendere che sia perfettamente asciutta prima di riprendere a tessere; con il lavaggio la colla di farina si scioglierà e sparirà
- è possibile durante il lavoro qualche filo finisca con lo spezzarsi; sostituirlo con uno nuovo, assicurandosi che non sia eccessivamente teso
- non fare una rifinitura a frange, perchè tenderanno a disfarsi e rovinarsi; meglio prevedere di tessere qualche centimetro in più per un orlo da ripiegare
- una volta tolto dal telaio, lavare il tessuto in acqua mediamente calda (vi si devono poter immergere le mani senza problemi) con poco sapone; stirare quando è leggermente umido
Le stesse regole valgono per il lino-cotone (filato misto, metà lino e metà cotone).
In realtà, le regole sono le stesse valide un po' per tutti i materiali, solo che con il lino vanno osservate con più attenzione, perchè non c'è l'elasticità della lana a compensare le piccole irregolarità; e, quando un filo si rompe... è rotto!
mercoledì 8 aprile 2015
Strofinacci in lino/cotone
Classico della tessitura di una volta, tessere degli strofinacci non era tra i miei obiettivi principali, ma poi, complici i vecchi strofinacci di casa ormai ridotti a stracci, ho deciso di farmene di nuovi, cogliendo l'occasione per lavorare con il lino/cotone. Purtroppo con il lino 100% non riesco a lavorare, sebbene sia un materiale che mi affascina molto; ho provato, ma divento tutta rossa e mi brucia il viso! per fortuna, il misto lino cotone non dà problemi.
Materiale: filato misto lino 50%, cotone 50%
Riduzione pettine: 8 fili al cm (pettine 40/10, 2 fili per dente)
Armatura: rimettaggio 1-2-3-4; tessitura a saia e tela
Ordito: 320 fili
Larghezza al pettine: 45 cm circa
Misure finite: 41,5 cm di larghezza e 60 cm circa di lunghezza per ogni strofinaccio
Ora li metto al "lavoro" e vediamo se funzionano a dovere...
Intanto ho imparato alcune cose su come tessere con il lino/cotone, che saranno oggetto di un prossimo post.
domenica 5 aprile 2015
sabato 21 marzo 2015
Tessitura alla BBC
Ho scoperto per caso che la BBC ha dedicato nel 2010 una serie a varie forme di artigianato, compresa la tessitura (episodio 5).
Il programma è molto godibile e si vedono dei bei lavori, per cui ve lo propongo.
La tessitrice protagonista è Margo Selby, della quale consiglio vivamente il libro Contemporary Weaving Patterns e il sito
Una delle partecipanti si è talmente appassionata che ha poi seriamente continuato a tessere; i suoi nuovi lavori sono su HollyBerryprojects
Aspettiamo che anche in Italia arrivi qualcosa di simile...
Il programma è molto godibile e si vedono dei bei lavori, per cui ve lo propongo.
La tessitrice protagonista è Margo Selby, della quale consiglio vivamente il libro Contemporary Weaving Patterns e il sito
Una delle partecipanti si è talmente appassionata che ha poi seriamente continuato a tessere; i suoi nuovi lavori sono su HollyBerryprojects
Aspettiamo che anche in Italia arrivi qualcosa di simile...
domenica 15 marzo 2015
Parti del telaio orizzontale
Dopo aver analizzato le parti del telaio a pettine liccio, passiamo ai nomi delle parti di un telaio orizzontale (floor loom). La terminologia è analoga per i diversi tipi di telaio, con qualche piccola aggiunta a seconda che si tratti di un telaio controbilanciato (counterbalance) o contromarcia (countermarch); quest'ultimo per esempio ha due serie di calcole (lamms)
Front (or breast) beam: pettorale
Cloth or fabric beam: subbio del tessuto (anteriore)
Back beam: portafili
Warp beam: subbio dell'ordito (posteriore)
Lamms: calcole
Tie-up cords: corde per le legature
Treadles: pedali
Shaft: liccio, licciata
Castle: la struttura che contiene i licci
Beater: battente
Reed: pettine
Altri glossari di tessitura in inglese-italiano si possono trovare qui e qui.
Front (or breast) beam: pettorale
Cloth or fabric beam: subbio del tessuto (anteriore)
Back beam: portafili
Warp beam: subbio dell'ordito (posteriore)
Lamms: calcole
Tie-up cords: corde per le legature
Treadles: pedali
Shaft: liccio, licciata
Castle: la struttura che contiene i licci
Beater: battente
Reed: pettine
Altri glossari di tessitura in inglese-italiano si possono trovare qui e qui.
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mercoledì 11 marzo 2015
Parti del telaio a pettine liccio (inglese-italiano)
A volte può tornare utile conoscere il nome delle parti del telaio, oltre che in italiano, anche in inglese.
Non è raro, infatti, trovare libretti di istruzioni o informazioni sul web in inglese; trattandosi di termini tecnici, non sempre è facile destreggiarsi, e a volte, pur ricorrendo al vocabolario, non tutto si riesce a tradurre!
Ecco uno schema delle parti di un telaio a pettine liccio richiudibile, con i rispettivi nomi in inglese: più sotto, la traduzione dei termini principali in italiano.
Credo che avere un riferimento visivo delle parti possa essere ancora più immediato della semplice traduzione dei termini.
Front of loom: davanti del telaio (la parte di fronte al tessitore)
Back of loom: dietro del telaio
Cloth beam: subbio su cui si arrotola il tessuto
Warp beam: subbio su cui si arrotola l'ordito
Apron rod: bacchetta a cui si fissano i fili dell'ordito
Pawl, ratchet, crank handle: parti del sistema di avanzamento del tessuto/ordito
Crank handle: manovella
Pawl: ruota dentata
Ratchet: freno della ruota dentata
Heddle: liccio (inteso come insieme dei licci, licciata)
Front beam: pettorale
Rigid heddle: pettine-liccio
Slot: fessura del pettine liccio
Hole: foro (del pettine liccio)
Un glossarietto italiano-inglese l'avevo proposto in un precedente post su questo blog.
Un'ottima raccolta di termini tessili in italiano/inglese è sul sito di Paola Besana.
Non è raro, infatti, trovare libretti di istruzioni o informazioni sul web in inglese; trattandosi di termini tecnici, non sempre è facile destreggiarsi, e a volte, pur ricorrendo al vocabolario, non tutto si riesce a tradurre!
Ecco uno schema delle parti di un telaio a pettine liccio richiudibile, con i rispettivi nomi in inglese: più sotto, la traduzione dei termini principali in italiano.
Credo che avere un riferimento visivo delle parti possa essere ancora più immediato della semplice traduzione dei termini.
Front of loom: davanti del telaio (la parte di fronte al tessitore)
Back of loom: dietro del telaio
Cloth beam: subbio su cui si arrotola il tessuto
Warp beam: subbio su cui si arrotola l'ordito
Apron rod: bacchetta a cui si fissano i fili dell'ordito
Pawl, ratchet, crank handle: parti del sistema di avanzamento del tessuto/ordito
Crank handle: manovella
Pawl: ruota dentata
Ratchet: freno della ruota dentata
Heddle: liccio (inteso come insieme dei licci, licciata)
Front beam: pettorale
Rigid heddle: pettine-liccio
Slot: fessura del pettine liccio
Hole: foro (del pettine liccio)
Un glossarietto italiano-inglese l'avevo proposto in un precedente post su questo blog.
Un'ottima raccolta di termini tessili in italiano/inglese è sul sito di Paola Besana.
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giovedì 5 marzo 2015
Elefanti all'uncinetto
Avevo anticipato, tempo fa, che gli animali della Gang dell'Uncinetto sarebbero diventati di più...
...ed ecco perciò i nuovi arrivati: gli elefanti!
Un po' per sperimentare, un po' perchè mi piacciono troppo, si sono moltiplicati, e così ora sono in tre, ognuno col suo colore e le sue piccole variazioni.
...ed ecco perciò i nuovi arrivati: gli elefanti!
Un po' per sperimentare, un po' perchè mi piacciono troppo, si sono moltiplicati, e così ora sono in tre, ognuno col suo colore e le sue piccole variazioni.
lunedì 2 marzo 2015
Campionario
Un campionario su rimettaggio tipo rosengang, tratto dal libro della Davison Porter "A Handweaver's Pattern Book" (una vera bibbia per i tessitori, recentemente ristampato).
Ho dovuto riadattare la pedalatura in base alle "mie" legature, quindi mi sono rifatta lo schema, sempre un esercizio utile!
Telaio contromarcia 4 licci; movimenti in alzata;
Pettine: 60/10, un filo per dente
Ordito: cotone "woolcotton" bianco
Trama: cotone bianco per la tela e lana merinos sottile messa quadrupla per il motivo
Ho dovuto riadattare la pedalatura in base alle "mie" legature, quindi mi sono rifatta lo schema, sempre un esercizio utile!
Telaio contromarcia 4 licci; movimenti in alzata;
Pettine: 60/10, un filo per dente
Ordito: cotone "woolcotton" bianco
Trama: cotone bianco per la tela e lana merinos sottile messa quadrupla per il motivo
Il campionario finito (e con tutti i suoi fili volanti!)
Un motivo tratto dal campionario e rielaborato con l'uso di vari colori in gradazione.
lunedì 16 febbraio 2015
Tessitura in Sardegna
Qualche video sulla tessitura in Sardegna.
Una breve intervista a Littos (Antonello Mulas), tessitore sardo che potete seguire anche sul suo blog.
La trama del tessitore. Littos from Barbara Carcangiu on Vimeo.
Il progetto DIART sull'arte del Tappeto tra Sardegna e Tunisia
Diart from Mommotty on Vimeo.
Altri video sulla tessitura sarda su Vimeo li trovate qui.
Una breve intervista a Littos (Antonello Mulas), tessitore sardo che potete seguire anche sul suo blog.
La trama del tessitore. Littos from Barbara Carcangiu on Vimeo.
Il progetto DIART sull'arte del Tappeto tra Sardegna e Tunisia
Diart from Mommotty on Vimeo.
Altri video sulla tessitura sarda su Vimeo li trovate qui.
venerdì 13 febbraio 2015
Astucci in tessuto doppio (pencil rolls)
Non sono nuovissimi (li ho tessuti a dicembre, in vista dell'Happy Sunday Market), ma non li avevo ancora messi qui sul blog.
Sono i miei amati astucci-rotolo in tessuto doppio.
Stavolta mi sono divertita a mischiare materiali e colori, sia in ordito che in trama, uno spasso!
Sul telaio: la fascia a sinistra è quella delle taschine dove si infileranno le matite.
Qui gli astucci già separati e rifiniti ai bordi, alla prova-bottoni...
... ed infine un astuccio completo di matite colorate.
Sono i miei amati astucci-rotolo in tessuto doppio.
Stavolta mi sono divertita a mischiare materiali e colori, sia in ordito che in trama, uno spasso!
Sul telaio: la fascia a sinistra è quella delle taschine dove si infileranno le matite.
Qui gli astucci già separati e rifiniti ai bordi, alla prova-bottoni...
... ed infine un astuccio completo di matite colorate.
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mercoledì 14 gennaio 2015
La carta giapponese (Washi)
Uno dei vantaggi di abitare in una città come Roma è la possibilità di entrare in contatto con diverse culture senza doversi spostare più di tanto :-)
Qualche giorno fa ho avuto la possibilità di assistere alla fabbricazione della carta giapponese (washi) presso l'Istituto Giapponese di Cultura di Roma, in una dimostrazione di Nobushige Akiyama.
La carta washi è molto sottile e resistente; comunemente è detta "carta di riso", ma in realtà è fabbricata con il "kozo", una varietà di gelso che cresce molto velocemente ed ha fibre piuttosto lunghe, che danno alla carta una particolare resistenza.
La carta giapponese washi, oltre che come supporto per scrivere o dipingere, si usa anche per i pannelli delle case tradizionali. Recentemente (26 novembre 2014) è stata dichiarata dall'Unesco Patrimonio immateriale dell'Umanità.
Qui un video sulla carta giapponese washi e la sua fabbricazione.
Qualche giorno fa ho avuto la possibilità di assistere alla fabbricazione della carta giapponese (washi) presso l'Istituto Giapponese di Cultura di Roma, in una dimostrazione di Nobushige Akiyama.
La carta washi è molto sottile e resistente; comunemente è detta "carta di riso", ma in realtà è fabbricata con il "kozo", una varietà di gelso che cresce molto velocemente ed ha fibre piuttosto lunghe, che danno alla carta una particolare resistenza.
Il "kozo", la pianta da cui si ricavano le fibre per fare la carta washi. |
Il telaio e la vasca con cui si fa il foglio di carta. |
Il telaio; il foglio si forma su una stuoia di stecche di bambù sottilissime. |
Il foglio di carta appena fatto |
I fogli impilati; si mette un filo tra uno e l'altro per poterli separare facilmente. |
Qui un video sulla carta giapponese washi e la sua fabbricazione.
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