martedì 28 dicembre 2010

Anno nuovo: basta buste !

Finalmente le buste di plastica per fare la spesa saranno messe al bando anche in Italia a partire dal 1. gennaio 2011!
Era ora!
Da anni porto con me delle borse di stoffa fatte con un modello preso da Burdastyle, che trovo comodissime: sono grandi il giusto e i manici sono belli grossi così non ci si fa male alle mani quando sono pesanti. Inoltre, la misura è perfetta per contenere le cose che entrano nel cestino del supermercato dove vado di solito (così so che se la spesa entra nel cestino, mi basterà una borsa per portarla a casa) e posso portarle sia a mano che a spalla.
La cosa più difficile è ricordarsi di portarle con sè sempre, ma il trucco sta nel farne più di una e lasciarle sparse nei luoghi strategici: nella borsa, nel bauletto del motorino, in macchina, vicino alle chiavi di casa o al portafogli...
Ci vuole circa un'ora per farne una e ci si può divertire a scegliere la stoffa e a personalizzarla con tasche, applicazioni, disegni, ecc. Sono così capienti (e così belle) da poter essere usate tranquillamente anche per portare libri e materiali quando si va al lavoro.
Ecco dove trovare dei modelli:
- il sito Morsbags.com da anni porta avanti una campagna per sostituire le orrende e inquinanti buste di plastica con belle borse in stoffa, in una vera e propria "guerriglia" civilissima e pacifica; le istruzioni per fare le borse di stoffa sono qui
- sul sito di Burdastyle, ricchissimo di modelli gratuiti per tutti i gusti, c'è la mia preferita: si chiama Charlie Bag; ne ho fatte diverse, anche foderate (ancor prima che comparissero sul sito le istruzioni per la fodera), e le uso da circa tre anni con grande soddisfazione mia ... e dell'ambiente!

lunedì 27 dicembre 2010

Runner Blu

Ordito: 152 fili lunghi 180 cm; cotone blu scuro; un filo per lato è usato per la cimosa flottante
Trama: come l'ordito per la trama di fondo; viscosa grossa blu elettrico e turchese, messa doppia, per le trame lanciate
Pettine: 40/10, 1 filo per dente
Riduzione: 4 fili al cm
Armatura: "monk belt"
Larghezza al pettine: 38 cm
Lunghezza: 120 cm + frange
Tessitura: 15 cm a tela in blu scuro; 10 cm motivo a scacchi in blu elettrico (= 4 file di quadrati scambiati); 10 cm tela blu scuro; 10 cm motivo a scacchi turchese; 10 cm tela blu scuro; ripetere, terminando in maniera simmetrica con 10 cm di motivo blu elettrico e 15 cm tela blu scuro

Pecorella a maglia

Pecora "Pommel"
design Kerstin Jütte

Queste spiegazioni sono la traduzione del modello originale che si trova qui

La pecorella della foto l'ho fatta io seguendo le istruzioni, ma usando solo lana bianca.

Materiali:
- lana bianca
- avanzi di lana grigia e nera
- 1 set di ferri da maglia a doppia punta numero 3 (o in misura con la lana usata)
- un nastro per fare il fiocco
- imbottitura (si possono anche usare avanzi di lana)
- ago da lana

Come si fa una "I-cord":
Avviare le maglie usando i ferri a due punte. Lavorare a dritto la prima riga, ma non voltare il lavoro. Far scivolare le maglie indietro all'inizio del ferro e lavorare di nuovo la riga a dritto. continuare in questo modo per alcune righe, poi tirare il filo di inizio, cosicchè gli spazi tra le maglie si compatteranno.

Nota: assicurarsi che la consistenza della maglia sia regolare e compatta, poichè non dovrà fuoriuscire l'imbottitura del pupazzo. Variando la grossezza del filato e dei feri usati si possono ottenere pupazzi di misure diverse, usando le stesse istruzioni.

Testa
Avviare 20 maglie e lavorare a dritto per 12 righe.

Dividere le maglie su 4 ferri, unire e iniziare a lavorare in tondo.

Giro 1: diminuire regolarmente 5 maglie (2m a dritto, 2 m ins a dritto, ripetere) = 15 maglie.
Giro 2: a dritto
Giro 3: a dritto
Giro 4: a dritto, aumentando regolarmente 4 maglie = 19 maglie
Giro 5: a dritto
Giro 6: a dritto, aumentando 2 maglie su ogni ferro = 27 maglie
Giro 7- 14: a dritto

Lavorare 2 m ins a dritto finchè non restano soltanto 7 maglie. Passare il filo nelle maglie rimaste e stringere. Chiudere con una cucitura l'apertura iniziale e imbottire.

Corpo
Avviare 12 maglie divise su 4 ferri

Giro 1: a dritto
Giro 2: *2 m a dritto, aumentare 1 m* ripetere per tutto il giro = 18 maglie
Giro 3: a dritto
Giro 4: a dritto
Giro 5: *2 m a dritto, aumentare 1 m* ripetere per tutto il giro = 26 maglie
Giro 6: a dritto
Lavorare poi 12 giri a maglia legaccio.
Giro 19: *2 m a dritto, 2m a dritto insieme* ripetere per tutto il giro
Giro 20: a rovescio
Giro 21: *2 m a dritto, 2m a dritto insieme* ripetere per tutto il giro = 17 maglie.
Chiudere tutte le maglie. Riempire con l'imbottitura e cucire.


Zampe (gambe, lavorarne 2):
Avviare 5 maglie.

Lavorare una I-Cord di 15 giri

Passare alla lana grigia per gli zoccoli; aumentare una maglia ogni 2, passando contemporanemanete le maglie su 4 ferri, cosicchè ci siano 2 maglie su ogni ferro = 8 maglie in totale.
Giro 1: a dritto
Giro 2: a dritto aumentando 1 maglia per ferro (= 3 maglie su ogni ferro, in tot 12 m)
Giro 3: a dritto
Giro 4: a dritto aumentando 2 maglie per ferro (= 5 maglie su ogni ferro, in tot 20 m)
Giro 5: a dritto
Giro 6: *2 m a dritto, 2 m ins a dritto*
Chiudere tutte le maglie. Riempire con l'imbottitura e chiudere le cuciture.


Zampe (braccia, lavorarne 2):
Avviare 4 maglie.
Lavorare come I-cord per 10 giri.
Passare alla lana grigia per le "mani" e lavorare 2 maglia in ogni maglia, dividendole su 4 ferri = 8 maglie

Giro 1: a dritto
Giro 2: a dritto aumentando 1 maglia per ferro (= 3 maglie su ogni ferro, in tot 12 m)
Proseguire a dritto per 5 giri.
Chiudere tutte le maglie. Riempire con l'imbottitura e chiudere le cuciture.

Fare un punto maglia al centro per dare forma allo "zoccolo"


Orecchie (lavorarne 2):
Avviare 7 maglie. Lavorare a dritto per 7 giri.

Diminuire 2 maglie all'inizio dei giri seguenti finchè non restano solo 2 maglie. Chiudere le ultime 2 maglie.


Finiture:

Cucire le orecchie ai lati della testa e, usando il filato nero, ricamare gli occhi e il naso. Attaccare le zampe. Con dei pezzetti di lana fare un ciuffo da mettere sulla testa.

giovedì 23 dicembre 2010

Auguri !!!

Gufo a macramè

Da un paio di mesi ho iniziato ad imparare la tecnica del macramè grazie ad un corso annuale alla Scuola di Arti Ornamentali.
Qualche nodo lo conoscevo già, grazie ai tentativi fatti negli anni scorsi per realizzare quei braccialetti che si facevano ai tempi della scuola e che io non avevo mai saputo fare...
La tecnica è divertente e soprattutto molto portatile: gli unici strumenti sono le mani, i fili e qualche spillo per fissare il lavoro ad una superficie stabile.
Grazie anche a internet, ho imparato a fare gufetti come quello nella foto qui sopra. Come inizio può andare, no?

lunedì 13 dicembre 2010

Mercatino di Piazza Verdi


Sono passate diverse settimane, ma mi fa piacere ricordare la nostra prima esperienza al mercatino di Piazza Verdi del 27 novembre scorso.
Purtroppo la giornata è stata meteorologicamente brutta, e tanta pioggia proprio non ci ha aiutato...
Però tutto fa esperienza, e domenica prossima, il 19 dicembre, ci riproviamo!

martedì 16 novembre 2010

Borse da fare

Gironzolando in Internet, ho trovato due nuovi modelli di borse da cucire.
Avendo un po' di tempo libero, sarebbe bello potersi cimentare nell'impresa...
Per non perdere i link, li segno qui:
- una borsa con tante tasche e coloratissima (che si può anche fare in una fantasia meno... fantasiosa)
- una borsa con scomparti interni di Amy Butler con cartamodello e spiegazioni dettagliate da scaricare in .pdf
Intanto, il Coordinamento Tessitori ha indetto un concorso che ha per tema proprio la Borsa, accessorio/necessario.

giovedì 4 novembre 2010

Coperta "Ms and Os"

L'ultima fatica al telaio è questa coperta, nata principlamente con l'intento di utilizzare qualcuno dei tanti gomitoli "single" che attendono di trasformarsi in qualcosa di utile.
Per l'ordito ho quindi utilizzato filati di lana, misto lana/acrilico e acrilico, in vari colori scelti tra toni di blu, azzurro, viola e verde, con qualche riga di giallo .
La trama è in lana nera.
Il rimettaggio è su 4 licci, secondo la tecnica Ms and Os, che già avevo utilizzato per la sciarpa gialla, ma stavolta il filato più grosso e la diversa riduzione hanno creato un tessuto più compatto e con un effetto di intreccio più visibile.
Ho tessuto 3 teli di circa 35 cm e lunghi 180 cm, che poi ho unito per formare una coperta (da divano) di circa 100x175 cm, più frange.
Pettine: 40/10, 1 filo per dente e per liccio
Per vedere lo schema ingrandito, cliccare sull'immagine qui sopra.
Si possono alternare i colori dell'ordito a piacere. Per la tessitura, ho alternato in maniera casuale le sezioni, per ottenere un effetto non uniforme.
Ho unito i teli con punti invisibili eseguiti con la lana nera dell'ordito.
Dopo il lavaggio si enfatizza il motivo. La coperta è compatta, ma morbida e flessibile.

domenica 31 ottobre 2010

Tappeti in Turchia

In Turchia è inevitabile, prima o poi, imbattersi in una manifattura di tappeti. Esistono delle cooperative e delle scuole governative che tramandano quest'arte, ma sono soprattutto le donne, nelle loro case, a lavorare ai telai e a mantenere viva questa tradizione, che nasce dalla necessità di un arredo nomade, che si possa portare con sè in ogni spostamento.
La tessitura dei tappeti turchi avviene su telai verticali, in genere metallici. Il telaio ha la misura del tappeto finito e l'ordito è un grande anello che fa il giro attorno al subbio superiore e inferiore e viene spostato man mano che il lavoro procede. C'è un sistema di tensionamento che viene allentato per favorire l'avanzamento del tappeto già fatto verso il basso, così da consentire alla tessitrice di avere sempre la zona da lavorare davanti alle proprie mani.
L'ordito può essere di lana o di cotone, secondo il tipo di tappeto; il colore è comunque bianco.
Nella parte alta del telaio sono sistemate delle matasse o delle rocche del filato usato per la trama, nei vari colori necessari. Ogni due passaggi di tela si fa una fila di nodi, seguendo il disegno sistemato vicino al lavoro.
Il nodo usato è il nodo "ghiordes" o turco, che dà ai tappeti una grande resistenza all'usura.
A scuola ho imparato anch'io questo nodo, che in Scandinavia viene chiamato "rya"; nella versione scolastica e in quella del nodo "rya" si tagliano dei pezzetti di filo che poi si usano per fare il nodo, mentre le tessitrici turche usano il filo prendendone un capo direttamente dalla rocca o dal gomitolo, fanno poi il movimento del nodo attorno a due fili di ordito e poi, con un coltello che tengono nella mano, tagliano il filo dal gomitolo e proseguono a fare il nodo successivo allo stesso modo. Sono velocissime, sia nel fare i nodi, sia nel seguire il disegno cambiando colore di volta in volta, però per fare un tappeto ci vogliono milioni di nodi e servono perciò mesi, se non anni, per completarne uno!
Terminata la fila dei nodi, questi vengono battuti con un pettine (nella foto è lo strumento a sinistra sulla panca) e poi il "pelo" viene pareggiato con delle grosse forbici.
La trama può essere di lana, di cotone mercerizzato (ha un colore brillante e somiglia alla seta, ma è più grossolano), o, per i tappeti più pregiati, di seta.
Un curiosità: il nodo "ghiordes" sembrerebbe avere una parentela con il "nodo gordiano" della mitologia (non ho trovato conferme, ma un ripasso della storia fa sempre bene...)

giovedì 21 ottobre 2010

I tessitori di Van Gogh

Non molti artisti si sono interessati al tema della tessitura.
In passato vedere donne a uomini intenti al lavoro sul telaio era talmente comune da non suscitare particolare interesse, così abbiamo poche testimonianze figurative.
Un artista, però, rimase affascinato dal lavoro dei tessitori olandesi nel buio delle loro case, e indagò a lungo questo tema, sottolineando la fatica e l'attenzione necessari a questo lavoro così umile e quotidiano.
Sono tessitori di cose semplici, forse di comunissima tela per la biancheria, come sembra indicare la presenza di due soli licci; i telai sono descritti con precisione, come gli oggetti che li circondano, la scopa di saggina e il seggiolone del bambino. La luce è poca ed entra da piccole finestre che rischiarano appena i colori bruni e opachi di questi interni poveri ma dignitosi.
Questo artista sarà più conosciuto per l'esplosione solare dei suoi iris e dei suoi girasoli, per i contrasti violenti dei blu e dei gialli dell'amato Midi, ma agli esordi sono le povere vite dei contadini olandesi e dei minatori belgi a catturare la sua attenzione di predicatore appassionato e di pittore ancora dilettante.
Questo artista si chiama Vincent Van Gogh.
Su una parete sono raccolti dipinti di tessitori e filatrici, in un angolo dove pochi si fermano ad osservare e dove passano sotto silenzio anche i refusi di chi ha sbagliato a scrivere i cartellini. Nelle stanzette dei tessitori si sente solo il clic-clac del pettine che batte e neppure il bimbo nel seggiolone fa i capricci. Non arrivano il chiasso delle scolaresche e l'inquetudine delle persone in coda alla biglietteria; quelli che vogliono esserci a tutti i costi - perché questa è la mostra dell'anno - cercano invano vasi di girasoli e notti stellate, e si perdono la magia di questi piccoli capolavori.
Ma a saper fare silenzio si sente soltanto clic-clac.
Clic-clac.

mercoledì 20 ottobre 2010

Turchia

Quest'anno devo dire che in fatto di viaggi sono stata fortunata: ne ho fatti molti più della mia solita media (e mi auguro in futuro di poter "battere" o almeno eguagliare questo... record!)
Ieri sono tornata dalla Turchia, un concentrato di storia, arte, culture, colori, natura e, ovviamente, tappeti!
L'atmosfera delle moschee affascina con le decorazioni fatte di parole e di luce.
La Cappadocia con i suoi "camini delle fate" è un luogo magico che nessuna foto può descrivere adeguatamente.
Nel bazar di Istanbul ci si può perdere e ubriacare di colori.
Senza contare che la Turchia è la patria dei tappeti annodati col nodo "ghiordes", della lana d'angora (dal nome della città di Ankara), di sterminate coltivazioni di cotone che in questo periodo mostravano gli ultimissimi fiocchi bianchi!

giovedì 7 ottobre 2010

Vita da sciarpa

I giorni di Leumann, credo di averlo già detto, sono stati speciali.
C'erano lavori bellissimi da ammirare e tecniche da "rubare" con gli occhi, materiali da toccare, persone con cui scambiare esperienze piccole e grandi.
Poi, per me, c'è stato un avvenimento sperato, ma sorprendente: a Leumann ho venduto la mia prima sciarpa.
Non è certo il primo lavoro da cui mi separo: ce ne sono diversi in giro, regalati a parenti ed amici. Ma questa è un'altra cosa. E un'altra emozione.
Non c'è l'affetto della mamma o di un'amica che ti dicono "è bellissimo, grazie" e neppure l'orgoglio di mio padre che d'inverno gira con la sciarpa a cui non ha mai tolto la targhetta dove avevo scritto (quasi per scherzo) "fatta a mano", per poter dire a tutti che quella sciarpa lì, eh sì, l'ha proprio fatta sua figlia...
C'è qualcosa di profondamente diverso, in una cosa venduta ad un estraneo.
Quando qualcuno si ferma a guardare il tuo lavoro, tocca, prova, chiede informazioni, non lo fa per compiacerti, ma perchè qualcosa lo ha incuriosito, o gli è piaciuto. E già ti senti gratificata così, è un complimento senza parole. Poi qualcuno usa un po' di denaro - che potrebbe utilizzare in mille altri modi - per acquistare proprio quella sciarpa fatta da te; e lo fa perchè la vuole per sè, perchè gli è sembrata la più bella, la più morbida, la più adatta. Ne ha viste tante, ma sceglie proprio quella.
Quella sciarpa, che conoscevo così bene fin da quando era solo un gomitolo, ora se ne andrà a spasso per Torino e chissà dove ancora. Una mano la prenderà al volo prima di uscire di casa e sarà attorcigliata, annodata, drappeggiata... su una giacca o su un cappotto?, resterà in attesa su un attaccapanni, cadrà in terra, sarà lavata con cura, sarà affidata al guardaroba del teatro o infilata a forza nella borsa. Riparerà dal primo raffreddore di stagione, sarà dimenticata e poi ritrovata. Profumerà come chi la porta e d'inverno prenderà l'odore fragrante del caminetto; qualche frangia rimarrà chiusa nello sportello, un filo si impiglierà ad un bottone, una macchiolina ricorderà il buon caffè preso con un'amica...
Vivrà la sua vita, al collo della persona gentile che mi ha fatto il grande regalo di scegliere proprio lei.

mercoledì 29 settembre 2010

Filo lungo filo... 2010

Con le mie amiche e compagne di corso Silvia e Marzanna ho vissuto la prima avventura da tessitrice "vera" al Villaggio Leumann, a Collegno (Torino) e... ho venduto la mia prima sciarpa!
La pregustavamo da mesi, questa spedizione, e le esperienze straordinarie di questi giorni ci accompagneranno per molto tempo: incontri inaspettati, consigli ricevuti (tanti) e dati (pochi), colori, fili, intrecci, idee... passaggi e aiuto ricevuti senza neppure chiedere, chiacchiere in tre lingue contemporaneamente, la possibilità di osservare mani abili che lavorano, tessono, tingono...
Una vera cura ricostituente che dà ancora più forza al desiderio di continuare, di imparare, di sperimentare!Una delle casette del Villaggio Leumann (per saperne di più su questo villaggio di tessitori, cliccare qui).
La dimostrazione di tessitura con telaio a tensione (telar de cintura) di Francisca Gomez Perez, tessitrice del Chiapas.
L'allegra confusione del banchetto con le nostre "opere". La sciarpa bianca in primo piano è ora al collo di una simpatica signora che ha apprezzato il nostro lavoro.

lunedì 13 settembre 2010

Sciarpa mohair a maglia

Una sciarpa veloce veloce da fare senza pensieri, utilizzando un solo gomitolo di lana Kid mohair. Si finisce in un paio di sere al massimo, sferruzzando davanti alla tv.
Il punto è traforato ma molto semplice, così da mettere in evidenza l'effetto multicolore sfumato del filato.
Misura: 32 x 140 cm circa
Occorrente: filato Kid Mohair multicolore (misto lana mohair e acrilico): 1 gomitolo da 50 grammi= 160 metri
Ferri numero 5

Avviare 32 maglie (piuttosto lente); lavorare in giri di andata e ritorno.
riga1. (numero di maglie pari) 1 maglia di vivagno, *1 gettato, 2 maglie insieme a rovescio* ripetere fino alla fine del ferro, 1 maglia di vivagno
riga 2. e seguenti fino alla 16. lavorare come la prima riga
riga 17-32 a dritto
Continuare in questo modo, alternando 16 ferri a forellini e 16 ferri a dritto, fino ad aver terminato il filato.
Concludere con i 16 ferri a forellini (a me, miracolosamente, è riuscito, con un avanzo minimo di filato, ma dipende molto dalla "mano" di chi lavora).
Si può indossare annodata attorno al collo, oppure si può portare sulle spalle fissandola con una spilla, visto che è piuttosto larga.

mercoledì 8 settembre 2010

Krokbragd

Mi scuso per il titolo impronunciabile, ma è Krokbragd il nome della tecnica di origine norvegese che sto sperimentando in questi giorni.
L'ordito è molto rado, in maniera da rimanere del tutto coperto dai passaggi di trama. La riduzione del pettine deve essere la metà di quella che si userebbe per fare una normale tela bilanciata. Ad esempio, con un cotone povero mediamente spesso ho usato il pettine da 20/10. Il filato dell'ordito deve essere resistente. Per la trama si può usare qualsiasi filato di grossezza simile a quella dell'ordito (se è troppo grosso si rischia che l'ordito non si copra bene).
Il rimettaggio è a punta su tre soli licci (1232... 1232, ecc).
Il movimento licci è: 12, 23, 13, ripetere
Lavorando con due o tre spole, si possono combinare i colori, ottenendo tanti effetti diversi.
Lo schema e una breve spiegazione della tecnica si possono trovare, in inglese, sul sito di Allfiberarts e sul blog di Yarn in my pocket.
Probabilmente trasformerò questo lavoro in un cuscino: mi sono divertita a variare il disegno e i colori in quattro bande colorate (una giallo-arancione-rossa, una sui toni viola, una sui toni blu e una sui toni verdi), e l'effetto cromatico mi piace molto. Ho ancora un po' di ordito su cui continuare a sperimentare, vediamo...

venerdì 3 settembre 2010

Russia

Riassunto in tre immagini del mio breve viaggio in Russia, dove ho visitato Mosca e San Pietroburgo.
I fusti delle betulle sono davvero d'argento come li descrivono Tolstoj, Pasternak e gli scrittori russi...
Le cupole di San Basilio sulla Piazza Rossa a Mosca sembrano uscite da una favola, colorate, fantasiose e luccicanti... e ancora più sorprendenti quando il sole torna dopo una mattinata di pioggia!
Il rosso dei tessuti e dei ricami dei costumi tradizionali esposti al Museo Russo di San Pietroburgo, una vera meravigliosa scoperta, con opere d'arte che vanno dalle icone all'arte popolare, ai pittori del XX secolo.
Un luogo dove ho davvero assaggiato (almeno un po') l'anima russa.
Il disegno a riquadri di questa gonna mi piace molto e scoprire come sia stato fatto mi incuriosisce: me lo studierò con attenzione dalla foto (anche dal vivo non è che si potesse guardare meglio... sul manichino nella vetrina e la custode che controllava che non mi avvicinassi troppo!)

mercoledì 25 agosto 2010

Colori e sperimentazioni 2

Usando sempre la tecnica "summer and winter" e ovviamente lo stesso ordito, ho sperimentato un diverso movimento licci.
Come trama ho utilizzato pezzetti di lana e cotone avanzati da altri lavori, che di solito conservo, soprattutto se hanno bei colori. E' per questo motivo che ai lati ci sono delle "frangette", che alla fine ho deciso di lasciare anche nella taschina finita; ho fatto una cucitura a macchina lungo i bordi laterali per stabilizzare i fili.
Mentre tessevo, in realtà, avevo in mente di nascondere le cimose nel lavoro finito, quindi non me ne sono preoccupata (e si vede...); poi, una volta tolto il tessuto dal telaio, mi sono resa conto che comunque le cimose sarebbero state visibili nella patelletta della taschina, a meno di non coprire tutto con un nastro (una soluzione che però non mi piaceva), quindi ho pensato di usare i fili rimasti sporgenti come motivo decorativo.
Lo so che non è un lavoro ben rifinito: almeno avrei dovuto far passare i fili dei bordi in maniera più regolare... comunque avevo già deciso di tenerla per me perché i colori mi piacciono proprio, quindi va bene lo stesso!
Ordito: cotone cablè n.8, colore nero; 88 fili lunghi circa 2 metri
Trama: per le passate di tela (fondo): lo stesso cotone nero dell'ordito; per il motivo: avanzi di lana e cotone in colori a piacere, usare doppi quelli sottili; si possono usare tutti i fili che siano lunghi almeno 12-13 cm
Pettine: 40/10, 2 fili per ogni dente
Rimettaggio: vedere schema; usare le cimose galleggianti
Tessitura
: alternare una passata di filo sottile nero a tela con una passata di filo grosso colorato secondo lo schema (i quadratini colorati a lato indicano il colore da usare per ogni passata); alternare i colori a piacere

Colori e sperimentazioni 1

Ho provato una tecnica chiamata in inglese "summer and winter". In passato si usava per le coperte che potevano così avere un lato invernale (più scuro) e un lato estivo (più chiaro), sfruttando il fatto che si ottiene un tessuto in cui i colori si scambiano tra sopra e sotto con un effetto positivo/negativo. In pratica, dove sopra prevale il colore chiaro, sul retro prevale quello scuro e viceversa.
Purtroppo, non ne conosco il nome in italiano: se qualcuno sa darmi qualche indicazione...
Di fatto credo sia un derivato dei tessuti paesani, poichè ad ogni passaggio di motivo col filato grosso si alterna una passata di tela con un filato di fondo più sottile.
Ordito: cotone cablè n.8, colore nero; 88 fili lunghi circa 2 metri
Trama: per le passate di tela (fondo): lo stesso cotone nero dell'ordito; per il motivo: cotone n.8 messo doppio nei colori: blu, viola, rosso, arancione, giallo, verde-giallo, verde scuro
Pettine: 40/10, 2 fili per ogni dente
Rimettaggio: vedere schema; usare le cimose galleggianti
Tessitura
: alternare una passata di filo sottile nero a tela con una passata di filo grosso colorato secondo lo schema ( i quadratini colorati a lato indicano il colore da usare per ogni passata); cambiare il colore ogni 8-12 passaggi o a piacere
Lo schema non rende visivamente l'effetto finale, poiché si vedono i passaggi di tela col filato sottile, che invece nella tessitura rimangono in buona parte coperti dai passaggi di motivo.
Usando lo stesso rimettaggio ho sperimentato tre varianti di movimento pedali e uso dei colori, di cui posterò gli schemi e le foto.
L'effetto è piacevole; il lavoro richiede un po' di attenzione, poiché si lavora con più spole.
Da questo piccolo campionario ho ricavato delle taschine di circa 10x12 cm in cui si possono mettere una piccola fotocamera, o il lettore Mp3 o altre piccole cose.

domenica 22 agosto 2010

Software per tessitura

Per progettare un intreccio, o per condividerlo usando un metodo più "moderno" rispetto ai sempre validi carta e penna, può essere utile un software di disegno per la tessitura.
WeaveDesign è un software distribuito gratuitamente, abbastanza semplice da usare, se si ha qualche dimestichezza con la notazione di tipo svedese e - ahimé - col solito inglese, anche se le parole da sapere sono sempre quelle.
Questo glossario italiano-inglese può essere di aiuto.
Gli schemi di alcuni dei lavori in questo blog li ho trascritti proprio usando WeaveDesign (se riesco ad usarlo io... vuol dire che è facile da usare!); si possono scegliere il numero dei licci e dei pedali, i colori da utilizzare in trama e ordito, la densità della tessitura, ecc.
Un articolo su Weavezine presenta anche altri software gratuiti utili per i tessitori: oltre a WeaveDesign, ci sono RugDesign per i tappeti, LaceWeave per i tessuti traforati e WIFF per chi usa un telaio computerizzato.
Esistono altri software acquistabili on-line, ma sono molto più complicati, anche se consentono di fare molte più cose.
Uno di questi è PixeLoom, del quale è scaricabile una versione demo.

mercoledì 18 agosto 2010

Sciarpa Campo di Grano

Ho provato un rimettaggio che in inglese viene chiamato "Ms and Os" per fare una grande sciarpa leggera. L'ordito è in cotone sottile mentre la trama è in una bella seta bourette. Il disegno della superficie e il colore giallo oro molto intenso mi fanno pensare ad un campo di grano, anche perchè in questi giorni il sole estivo illumina il mio telaio creando brillanti trame luminose.
Ordito: 260 fili lunghi 3 metri circa; cotone mercerizzato 16/2
Pettine: 60/10, 1 filo per dente
Trama: seta bourette
Densità: 4-5 trame al cm

Rimettaggio: *1212 3434 1313 2424* ripetere; per il bordo: 1414

La texture si vede poco in tensione sul telaio, ma diventa più visibile dopo il lavaggio. Dato che il tessuto è rado, l'effetto rimane molto delicato.

Nodo del Tessitore

Il nodo del tessitore è un nodo molto utile, che si può usare per riparare un filo rotto o per annodare un nuovo ordito a quello già montato, così da evitare di dover rifare il rimettaggio.
La principale caratteristica del nodo del tessitore è quella di stringersi sotto l'azione della tensione, quando altri nodi rischierebbero di scivolare o disfarsi.
All'inizio ci vuole un po' di attenzione per imparare il movimento, ma in breve si riesce a farlo velocemente.
Ecco i passaggi (guardare la figura è di grande aiuto; cliccandovi sopra la si può vedere ingrandita):
1. prendere il filo vecchio A con la mano destra e il filo nuovo N con la destra; posizionare il filo N sotto il filo A e fermare l'incrocio tenendolo col pollice della mano sinistra
2. con il filo N formare un'asola verso sinistra usando la parte di filo non libera e facendola passare tra i due capi liberi di A e N
3. passare il capo libero di A dentro all'anello appena formato e tirare leggermente (si sono formati in pratica due cappiolini allacciati, soprattutto all'inizio i capi liberi è meglio che siano lasciati un po' più lunghi di quanto si vede nella figura, altrimenti il nodo si scioglie prima di riuscire a stringerlo!)
4. tirare i due capi non liberi, stringendo il nodo.
Il nodo ottenuto è forte e abbastanza piccolo, quindi adatto a passare facilmente nelle maglie dei licci o tra i denti del pettine, per questo è molto utile quando si vuole annodare un ordito all'altro.
Soprattutto se è stato stretto bene, è molto difficile disfarlo, quindi non è adatto per annodature che vanno slegate in un secondo momento.
Va comunque ricordato che nella tessitura non è mai opportuno fare nodi né in ordito né in trama, perchè gli ispessimenti dei nodi rovinano il tessuto finale. Sempre meglio, dovendo fare una riparazione o cambiare il filo di trama, fare un giunzione passando filo vecchio e filo nuovo appaiati per un piccolo tratto, oppure fare un nodo provvisorio e lento (quindi non un nodo del tessitore) da disfare alla fine per poi nascondere i capi dei fili infilandoli nella tessitura con l'aiuto di un ago.

martedì 10 agosto 2010

Nastro con tecnica Toba

Dopo il corso di spagnolo e la lettura di "Latinoamericana" di Ernesto Che Guevara e Alberto Granado, non potevo non fare un esperimento di tessitura con una tecnica proveniente dal Sud America!
Usata dalla popolazione Toba dell'Argentina, questa tecnica si usa per creare dei nastri che possono avere diversi usi.
Gli strumenti sono semplicissimi: una cornice, filo di cotone colorato e due bastoncini di legno (è estate...: sì, ho usato proprio quelli del gelato!).
L'ordito si fa avvolgendo il filo attorno alla cornice con i due colori alternati.
Si inserisce un bastoncino in modo da far passare 1 filo sopra e 1 filo sotto (ad esempio, tutti i fili arancioni); il bastoncino, messo di taglio, formerà l'apertura del primo passo.
Si inserisce il secondo bastoncino sempre 1 filo sotto e 1 sotto, ma alternati rispetto al primo passo (ad esempio tutti i fili bianchi); si mette di taglio il bastoncino e si passano attorno ai fili alzati degli anelli di filo di un altro colore, che poi vengono annodati insieme (sono i "licci" che, tirati, consentiranno di aprire il secondo passo): mentre il primo bastoncino rimane sempre al suo posto, il secondo viene sfilato e si può usare per battere la trama o per aiutarsi a pulire il passo di volta in volta aperto.
Si tesse aprendo alternatamente il passo con il bastoncino o con i licci e facendo passare un filo di trama, che va tirato bene in modo che siano visibili solo i fili di ordito, senza spazi.
Per fare il disegno si usa un bastoncino per alzare i fili del colore opposto, come per un pick-up.
La spiegazione del procedimento, con foto, si trova qui (in spagnolo), oppure qui (in inglese).
La cornice consigliata dovrebbe essere di circa 50 cm; con una cornice molto piccola, come quella che ho usato io, si riesce a fare solo un piccolo tratto di tessitura, poi la tensione diventa troppo forte per continuare a lavorare.

mercoledì 28 luglio 2010

Tessitura a "pibionis"

La tessitura a “pibionis” (o “pibiones”, parola che vuol dire “acino d'uva” e si riferisce all'aspetto del tessuto) è tipica della Sardegna. Si esegue su armatura di base a tela o, più frequentemente, a saia 2/2.
Sulla tessitura di fondo si lavorano i “pibionis” disposti seguendo un disegno prestabilito su carta quadrettata; i pibionis sono lavorati con la stessa trama del fondo, che viene manipolata in modo da formare degli anelli in rilievo secondo il disegno.
Si procede così: si fa una passata di trama e si lascia il passo aperto; con le dita si prende il filo e lo si tira leggermente in corrispondenza dei punti segnati sul disegno: si forma così un anellino di filo che viene messo su un ferro da maglia appoggiato in orizzontale sul tessuto; si procede così fino ad aver messo sul ferro tutti gli anellini (pibionis) necessari per quella riga seguendo il disegno. Si cambia passo e si fa una passata di trama; si batte bene e si sfila il ferro.

Si possono variare a piacere la grossezza dei pibionis, che è determinata dallo spessore del filato e dalla grandezza del ferro, e il numero di passate tra una fila di pibionis e l'altra.
Nell'esempio dell'immagine in alto, che è uno dei più tradizionali per quanto riguarda la tecnica, la trama di fondo è il filato sottile di lino o cotone e tra una fila di pibionis e l'altra sono state fatte tre passate di trama a saia. La trama dei pibionis è invece di lana piuttosto grossa.
I pibionis devono sempre risultare allineati, quindi la trama dei pibionis va passata sempre quando si apre lo stesso passo.
Per esempio: con il filo sottile si fanno tre passate di trama con movimento licci 1-2, 2-3 e 3-4; filo grosso e pibionis sempre all'alzata dei licci 4-1; in questa maniera il filo con cui si lavorano i pibionis una volta passa da destra a sinistra e una volta da sinistra a destra, perciò ci vuole un po' di manualità per procedere a sollevare i pibionis una volta in una direzione e una volta nell'altra.
Si può anche usare sempre lo stesso filato un po' grosso per la trama. In questo caso è meglio usare l'armatura tela e procedere così: una passata a tela (alzata licci 1-3), battere; una passata a tela (alzata 2-4) lavorando i pibionis; cambiare passo (1-3) inserire la trama e battere forte, cambiare passo (2-4) e lavorare i pibionis, e così via, battendo sempre - con decisione - solo nella passata di trama in cui non si fanno i pibionis.
In questo modo ci si trova a lavorare i pibionis sempre nella stessa direzione, quindi sta all'attenzione del tessitore cercare di trovarsi nella direzione che gli risulta più comoda.
Si tratta di una tecnica di non difficile esecuzione, anche se purtroppo la descrizione a parole fa sembrare tutto molto più complicato di quanto non sia! In realtà occorrono solo pazienza e attenzione nel seguire il disegno. L'ideale sarebbe vedere una tessitrice che esegue una fila di pibionis e tutto diventa più chiaro; purtroppo non sono riuscita a trovare nel web un video utile... solo in questo servizio su YouTube, per pochi secondi (dal minuto 6:05 al 6:09), si vede come il filo della trama viene manipolato per formare gli anelli che vengono messi sul ferro.
Questi appunti sono frutto della chiacchierata e delle informazioni fornitemi dalla direttrice della Cooperativa "Su Marmuri" di Ulassai, che ringrazio.
L'immagine è invece presa da qui.

venerdì 23 luglio 2010

Colori e tintura naturale

Durante la Fiera delle Ciliegie a Lanusei (Ogliastra, Sardegna) ho avuto la possibilità di assistere ad una dimostrazione di tintura naturale. I colori erano ottenuti con le erbe locali, spesso considerate infestanti e quindi non coltivate appositamente, ma raccolte nelle campagne.
Mi hanno spiegato che, salvo che per il mallo di noce e le galle di quercia (che non necessitano di alcuna preparazione preliminare), il procedimento è praticamente lo stesso per tutti i colori.
Le tinture naturali funzionano solo sui tessuti di origine vegetale (lino, cotone) o animale (lana, seta).
Si può tingere direttamente il tessuto, oppure il filato avvolto in matasse legate in maniera morbida.
Dapprima si prepara il filato o il tessuto con una mordenzatura: la lana viene bollita per circa un'ora in una soluzione di allume, poi la matassa viene lasciata raffreddare e messa ad asciugare. Questa operazione serve a preparare le fibre ad accogliere il colore, che così si fisserà in maniera permanente dopo la tintura.
Il bagno di tintura vero e proprio consiste nella bollitura (almeno un'ora, ma a seconda dell'intensità desiderata si può prolungare) della lana o del tessuto nell'acqua in cui sono state messe a cuocere le piante tintorie nella proporzione di 2:1 (2 etti di pianta verde per ogni etto di lana). Tempi e quantità si possono variare a seconda dell'effetto finale desiderato. Una volta raffreddato il bagno di colore, la matassa o la stoffa si sciacqua a lungo, finché l'acqua del risciacquo non rimane limpida. Poi si mette ad asciugare all'ombra.
Lo stesso bagno di colore si può riutilizzare per la tintura di altra lana o tessuto, ottenendo una tonalità più chiara. Oppure si possono aggiungere al bagno solfato di rame o solfato ferroso, che "sviluppano" il colore, rendendo più vivaci i verdi e più intensi i neri e i grigi.
Come si vede dalle foto, i colori che si possono ottenere sono moltissimi e le sfumature praticamente infinite. I tintori si divertono a sperimentare nuove piante ed è molto interessante sia il recupero di un sapere antico e tradizionale, sia la possibilità di trovare usi nuovi per vegetali considerati spesso "erbacce".
Il rosso si ottiene dalla robbia, mentre i tintori ogliastrini che ho incontrato hanno preferito escludere dalla loro ricerca cromatica il blu, che si può ottenere con la pianta del guado, che però non cresce nella zona e si dovrebbe perciò "importare" dall'Italia centrale.
Nell'esperienza-laboratorio delle scuole di Bolotana si trovano interessanti informazioni sulla tintura naturale in Sardegna (in italiano).

mercoledì 14 luglio 2010

Quaranta !

Quarantesimo post e quarantesimo anno per me!
Per festeggiare questo piccolo traguardo, è arrivata questa meraviglia: una macchina per cucire Singer che di anni ne ha un centinaio!!! Oltre ad essere bellissima e funzionante, ha tutte le sue cosine: gli accessori nella scatola originale, il libretto delle istruzioni, un vecchio rocchetto di filo e la sua cappottina di legno...
E' troppo bella per non mostrarla subito!
Grazie!

martedì 6 luglio 2010

Viaggio in Sardegna

Una decina di giorni bastano appena per affacciarsi su quel mondo incredibile che è la Sardegna.
Non quella del mare, bellissimo e trasparente, ma quella dell'interno, della montagna, della storia, della gente cordiale e taciturna.
Le strade e i chilometri sono un'altra cosa, in Sardegna. Qui più che altrove vale la regola che è il viaggio quello che conta, non la meta.
Così il lungo percorso verso i nuraghi di Barumini si è trasformato in una deviazione verso Ulàssai, con le opere di Maria Lai, la Stazione dell'Arte e una piacevole chiacchierata con la tessitrice direttrice della Cooperativa "Su Marmuri". Tutto un altro itinerario, ma una scoperta emozionante, culminata nel riconoscere nella striscia di tessuto azzurro, attaccata ad una parete del laboratorio, un pezzo del nastro di Legarsi alla montagna.

venerdì 18 giugno 2010

Rifinire i bordi

Per rifinire il bordo di un tessuto fatto a mano si possono utilizzare diverse tecniche:

Rifinitura a zig zagAll'inizio e alla fine della tessitura fare alcuni passaggi di trama con un filo di diverso colore; una volta staccato il tessuto dal telaio, si esegue una cucitura a macchina con uno zig zag fitto lungo il bordo e poi si eliminano i passaggi di filo contrastante.


Rifinitura a frangePer sciarpe, scialli, coperte, tovagliette, ecc. le frange possono essere un motivo decorativo piacevole. All'inizio e alla fine della tessitura fare alcuni passaggi di trama con un filo diverso per evitare che nelle manipolazioni successive la parte tessuta si disfi. Ricordare sempre di calcolare nella lunghezza dell'ordito anche la lunghezza desiderata per le frange, con un po' di abbondanza per poterle annodare (in particolare quando si monta un ordito lungo per fare più sciarpe in sequenza!) Staccare il tessuto dal telaio e sfilare delicatamente i passaggi di filo contrastante, annodando i fili di ordito a gruppetti di 6-8 fili; il numero dei fili per ogni gruppetto può variare a seconda della grossezza del filato utilizzato. Se si desidera una frangia più ricca, si possono aggiungere dei fili supplementari prima di annodare. La frangia si può annodare in maniera semplice (fare i nodi tutti nella stessa maniera e direzione!) oppure utilizzando le tecniche del macramè per ottenere un bordo più elaborato.
Dopo aver finito di annodare, disporre il tessuto su un tavolo con i fili delle frange ben stesi e tagliarli tutti alla stessa altezza.


Rifinitura sul telaio
Questa rifinitura si fa preferibilmente prima di staccare il tessuto dal telaio, poichè la tensione dei fili rende molto più facile il lavoro. Si ottiene una frangia a mazzetti che non è fermata da nodi e quindi risulta piatta e meno rustica.
All'inizio del tessuto: fare alcuni passaggi di trama con un filo contrastante, poi iniziare a tessere lasciando a destra una "coda" di filo lunga almeno 4 volte la larghezza del tessuto sul telaio. Fare alcuni passaggi di trama normalmente. Infilare il filo lasciato all'inizio in un ago senza punta e riunire i fili di ordito a mazzetti di 4-8 fili, eseguendo lo stesso movimento del punto a giorno a colonnine (vedere disegno).
Alla fine del tessuto: raggiunta a lunghezza desiderata, interrompere la tessitura e lasciare sulla destra una lunghezza di filo di trama almeno 4 volte la misura della larghezza del tessuto, poi con questo filo procedere come sopra.
Personalmente mi trovo meglio a lavorare da destra verso sinistra, ma si può fare lo stesso movimento anche da sinistra a destra. Ricordarsi perciò di lasciare il filo per la legatura dei mazzetti dal lato che risulta più comodo.

martedì 15 giugno 2010

Tessuti doppi

I tessuti doppi sono una struttura particolare che consente di tessere due strati di tessuto sovrapposti, che possono essere separati, o uniti su un solo lato (è possibile perciò tessere stoffe larghe fino al doppio della larghezza del telaio), o uniti sui dui lati (ottenendo un tessuto a "tubo" utile per borse e cuscini) - questi effetti si possono realizzare con 4 licci; i due strati possono anche "scambiarsi", cioè lo strato superiore divente quello inferiore e viceversa, consentendo effetti di colore interessanti - per i quali però occorrono minimo 8 licci.
Per una trattazione approfondita di cosa siano i tessuti doppi e soprattutto della teoria della progettazione di tali tessuti, si possono consultare le lezioni in forma di laboratorio di Paul O'Connor, in inglese e illustrate.
Nello stesso sito si trovano anche gli schemi di riferimento per ottenere le diverse lavorazioni per i tessuti doppi.

domenica 13 giugno 2010

Sciarpa a grossa spina di pesce

Sciarpa eseguita utilizzando uno degli intrecci imparati a scuola sul telaio ad 8 licci.

Materiali:
Ordito: lana "Merinos Extra" della Lane Mondial, 50% lana merinos, 50% acrilico; 100 grammi=245 metri; 1 gomitolo da 100 grammi per ciascuno dei seguenti colori: giallo, marrone, arancione, bordeaux
Trama: lana "Merinos Extra" della Lane Mondial, 2 gomitoli da 100 grammi in nero

Riduzione del pettine: 4 fili al cm, 1 filo per dente

Ordito: 96 fili totali, lunghi circa 2,75 m;
alternare i colori come segue: 8 fili gialli, 8 fili marroni, 8 fili arancioni, 8 fili bordeaux; ripetere la sequenza per 3 volte

Rimettaggio: seguito, su telaio ad 8 licci: 1-2-3-4-5-6-7-8, ripetere per 12 volte (si cambia il colore dei fili di ordito ogni volta che si ricomincia la sequenza del rimettaggio)

Intreccio: derivato saia (da batavia da 8)
Tessere per circa 190 cm; rifinire con frange ai due lati.
Misura finita: 23 x 185 cm + frange

venerdì 11 giugno 2010

Storia e ispirazioni

Gironzolando per la rete, ho trovato questo blog inglese che si occupa di arti tessili e in particolare degli aspetti storici, con una gran quantità di immagini, riferimenti bibliografici e informazioni: si chiama The Textile Blog e consiglio caldamente una visita.
Nella sezione Web and Blog Links si trovano moltissimi link a musei e istituzioni dedicati alla tessitura e alle arti tessili, anche questi tutti da esplorare, sia per cercare informazioni, sia per ammirare le immagini e magari trarne qualche nuova, ispirata idea...
Per non perdere il filo di questa risorsa, che mi pare particolarmente interessante e utile, metto il link anche nella barra laterale di questo blog.

lunedì 7 giugno 2010

Costi & prezzi

Nel blog di Eva Basile si trovano alcune interessanti considerazioni sul lavoro artigianale fatto in "serie", cioè in quantità consistenti, e sulla possibilità (e l'opportunità o meno) di venderlo ad un prezzo accettabile sia per chi lo esegue che per chi lo acquista.
Il valore del lavoro artigianale è un argomento dalle mille facce, e probabilmente non esiste un unico modo "giusto" per dare un "prezzo" ai propri lavori, ma sicuramente le osservazioni di Eva Basile possono stimolare ulteriori riflessioni.
Il valore di quello che facciamo sicuramente non si misura con un controvalore in denaro: per quanto mi riguarda, mi sento già pagata (meglio: appagata) mentre vedo nascere qualcosa dalle mie mani, piccolo o grande, bello o brutto che sia. Mentre lavoro, so già di aver guadagnato qualcosa imparando da quello che sto facendo.
Però è anche vero che riuscire a vendere qualcuno dei propri lavori è un modo per rendere fruttuoso il proprio imparare, o un mezzo per avere la possibilità di continuare ad investire in tempo e materiali per potersi ancora dedicare alla propria passione...
Ed è inoltre vero che (purtroppo) spesso le persone giudicano il valore delle cose fondandosi sul loro prezzo: se costa tanto, vale tanto; se costa poco, è una cosa di poco valore... è un ragionamento che viene applicato un po' ovunque, anche laddove non ha proprio senso (quante volte, davanti ad opere d'arte meravigliose - non fatte da me, ovviamente, ma da Monet, Caravaggio, Van Gogh... lavoro nei musei! -, mi sono sentita chiedere "quanto potrebbe costare?", come se davvero l'unico mezzo per capirne l'importanza fosse dargli un prezzo monetario! mi arrabbio, certo, ma soprattutto mi fa una gran tristezza)
Non tanto come tessitrice, ma come lavoratrice in generale, sto faticosamente imparando a non accettare lavoro da chi cerca di svalutarlo al di sotto del limite della decenza, con due motivazioni fondamentali:
- vuol dire che pensi che il mio lavoro valga proprio poco; se vale poco, evidentemente chiunque è in grado di farlo, e allora fallo da te;
- se chiedi un ribasso eccessivo, vuol dire che non ti dispiacerebbe averlo gratis; ma se devo regalare il mio lavoro, lo regalo a chi voglio io!
Paradossalmente, preferisco lavorare gratis piuttosto che essere ricompensata in maniera inadeguata: la persona che riceve qualcosa gratis rimane comunque in qualche modo debitrice, mentre chi la paga (anche scandalosamente poco) pensa di aver risolto l'affare ed essere a posto.
Non vorrei sembrare stupidamente spocchiosa, anche perchè di lavori gratis e di lavori con fregatura me ne sono capitati diversi e ne capitano ancora.
Penso però che il rispetto di se stessi e del proprio lavoro, visto come vanno le cose, passi anche attraverso il valore che ci diamo, mettendo in equilibrio una giusta dose di umiltà e una giusta dose di autostima, senza eccedere nell'una e nell'altra... (e non è per niente facile!)

sabato 5 giugno 2010

Cimose perfette (o quasi)

Per ottenere delle cimose regolari si può ricorrere a quella che in inglese è chiamata "floating selvedge", cioè cimosa flottante (o galleggiante).
Come si fa: il primo e l'ultimo filo di ordito non vengono passati in nessun liccio, e poi passano regolarmente nel pettine. In questo modo, durante la tessitura, i due fili laterali rimarrano sempre a mezza altezza, senza abbassarsi o alzarsi secondo il movimento dei licci; ad ogni passaggio di trama, si passa sopra o sotto il filo di cimosa, senza la necessità di fare particolare attenzione. Si può decidere di passare sempre sopra al filo di cimosa e poi infilare la spola sotto, o viceversa; non è importante l'ordine, anche se per avere delle cimose regolari sarebbe meglio seguire sempre lo stesso movimento. Con questo tipo di cimose, il filo laterale è sottoposto a minore sfregamento e si rovina meno, inoltre la tessitura procede più veloce, perchè non c'è bisogno di manipolare la spola per passare attorno al filo laterale quando questo rimane nella stessa posizione del passo precedente (ad esempio nelle batavie, nel panama, ecc.)

giovedì 3 giugno 2010

Storie di Tessitura

Lo scorso anno (2009) si è tenuta a Moncalieri una mostra interattiva dal titolo "Tessere la vita" (che purtroppo non ho visto).
Sul sito della mostra www.tesserelavita.it è disponibile un estratto del catalogo, con storie di tessitura, immagini e una serie di saggi in cui si parla di tessitura e diversi aspetti della realtà; ecco dove trovarlo e scaricarlo direttamente in .pdf: Tessere la vita

mercoledì 2 giugno 2010

Tramando Tessendo 2010

Ecco una foto del "nostro" banchetto a Tramando Tessendo 2010!
Si possono così ammirare le opere del gruppo dei tessitori della Scuola Arti Ornamentali di San Giacomo di Roma, anche se nella foto non si vedono alcune cose molto belle che erano appese sul lato sinistro e non sono entrate nell'inquadratura (tra cui una serie di borsette coloratissime e un bel gilet)!
Ognuno ha portato la sua creatività e il suo gusto, così c'era davvero un po' di tutto: dai cuscini alle borse, dalle tovaglie alle sciarpe, dai vestiti ai cappelli... in tantissimi colori e stili diversi, a rispecchiare le tante mani che hanno contribuito a questa piccola-grande avventura.
Non vorrei essere immodesta, ma secondo me è stato il banchetto più allegro della mostra, sia per la varietà dei pezzi, sia per la simpatia del gruppo che lo ha animato!
Anzi, ne approfitto qui per ringraziare tutti per la bellissima esperienza che abbiamo condiviso!

lunedì 24 maggio 2010

MADE - Materia Mano Macchina

Gironzolando nella Rete, ho trovato il catalogo della mostra di arte tessile che si è recentemente svolta a Firenze, intitolata "MADE. Materia Mano Macchina".
Vi si possono trovare le fotografie delle opere e il profilo degli artisti; alcuni ho avuto l'onore di conoscerli nei giorni scorsi a Zagarolo.
Ecco il link: MADE
Non vi fate ingannare dalla prima pagina che appare: sono le istruzioni per "montare" da soli il catalogo una volta stampato, scorrendo le pagine arriva poi la parte sostanziosa!

Tramando Tessendo

E così ho fatto la mia prima esperienza in una mostra-mercato...
Nello scorso fine settimana alla manifestazione "Tramando Tessendo", a Zagarolo, c'ero anch'io, insieme ai miei amici-compagni del corso di tessitura della Scuola San Giacomo.
Come sempre, stare con loro è divertente e piacevole, e il tempo è letteralmente volato!
Al di là del magrissimo bilancio delle vendite, è stata un'occasione molto interessante per incontrare altri tessitori ed artigiani, per confrontarsi con chi ha più esperienza e... per acquistare materiali per lavorare ancora.
Aggiungerò prossimamente qualche foto e qualche link.
Per ora mi faceva piacere condividere l'entusiasmo e l'ulteriore voglia di fare che questa piccola avventura ha messo in moto!
Grazie a tutti quelli che mi hanno regalato un po' del loro tempo in questo giorni, spiegandomi cose che non sapevo, mostrandomi tecniche, scambiando idee...

sabato 15 maggio 2010

Sciarpa arcobaleno














Sciarpa in cotone cablè n.8 a riquadri arcobaleno con motivo "pizzo svedese - mosquito lace".
Pettine: 60/10, 1 filo per dente
Ordito: 226 fili, lunghezza circa 2,80 metri
Ordine dei colori:
- rosso 28 fili (i primi 4 fili sono messi doppi per la cimosa) - rimettaggio tela
- rosso scuro 24 fili - rimettaggio pizzo svedese
- viola 24 fili - rimettaggio tela
- blu 24 fili - rimettaggio pizzo svedese
- indaco 24 fili - rimettaggio tela
- turchese 24 fili - rimettaggio pizzo svedese
- verde 24 fili - rimettaggio tela
- giallo 24 fili - rimettaggio pizzo svedese
- mattone 28 fili (gli ultimi 4 fili sono messi doppi per la cimosa)

Trama: i colori si alternano ogni 24 passaggi secondo la stessa sequenza .
Altenanza motivo: 24 passaggi tela - 24 passaggi pizzo svedese; terminare con 24 passaggi tela.
Rinfinire ai bordi con una frangia di circa 6 cm
Larghezza al pettine: 37 cm
Misure della sciarpa finita (dopo il lavaggio): 33 x 170 cm + frange

venerdì 7 maggio 2010

Il prezzo "giusto"

Dare un prezzo alle cose fatte con le proprie mani non è affatto facile. Entrano in gioco tanti fattori, dal costo dei materiali al valore del proprio lavoro e del proprio tempo. Siccome anche la stima che si ha di sè ha un suo ruolo, e spesso si rischia di svalutare capacità e risultati, un suggerimento sempre valido resta quello di consultarsi con qualche amico/a fidato.
Molto utile è un giretto in mercatini e fiere, oppure sul web (ad esempio su etsy.com, dove si vendono oggetti fatti mano) per vedere i prezzi degli altri e avere una base di partenza. Poi si deve valutare il motivo per cui si vende: si può decidere di vendere le proprie "opere" semplicemente per vedere se altri le apprezzano, o per ricavarne qualche utile da reinvestire in materiali, o per fare del proprio passatempo un lavoro "vero"... e per mille altri motivi!
Faccio qualche riflessione sparsa che vuol essere solo una condivisione di idee o uno spunto di discussione
Un prezzo troppo alto è controproducente (e si capisce bene perché), ma anche un prezzo basso ha delle conseguenze importanti per noi e per gli altri:
- in un mondo in cui tutto oramai si valuta in base al suo prezzo, una cosa che costa poco viene valutata come una cosa che vale poco; credo, invece, che abbiamo il dovere di far capire alle persone quanto vale il lavoro delle nostre mani e della nostra testa
- non esistono due oggetti uguali, se sono fatti a mano; anche l'unicità ha un valore (e anche quel piccolo difetto - di cui normalmente ci accorgiamo solo noi - è un segno dell'unicità di ciò che abbiamo creato)
- chi acquista un prodotto fatto a mano non vuole fare "un affare", ma vuole una cosa di qualità: teniamone conto quando facciamo il prezzo e soprattutto quando scegliamo le cose da mettere in vendita
- proporre prezzi stracciati mette in difficoltà gli altri artigiani che producono cose simili per guadagnarsi da vivere: i compratori impiegano un millisecondo a pensare che i prezzi più alti sono un furto, mentre noi sappiamo bene quanta fatica c'è dietro ogni cosa; se proprio vogliamo toglierci dai piedi quel pezzo mettendolo in vendita a poco, segnaliamo chiaramente che non è quello il suo reale valore!
- vendere le proprie creazioni è un'occasione ottima per far conoscere alle persone come nasce un oggetto e quanta passione ci mettiamo: approfittiamone per scambiare due chiacchiere e spiegare qualcosa sulla tecnica, i materiali, l'idea, l'uso che se ne può fare... non tanto per vendere, quanto per avvicinare le persone al nostro mondo

Nel calcolo del prezzo vanno tenuti in conto i seguenti parametri:
- il costo dei materiali: va calcolato il costo normale; non importa se ci è capitata l'occasione di acquistarli in offerta o in saldo; poichè può capitare di ricevere commissioni per oggetti simili a quelli già realizzati, dobbiamo essere sicuri di poterli rifare allo stesso prezzo; è bene tenere presenti anche i costi accessori: luce, ricambio e manutenzione degli strumenti di lavoro, costo di etichette, imballaggi ecc.
- il costo del lavoro: è bene stabilire un costo orario per il proprio lavoro che comprenda tutte le fasi, dalla progettazione alla rifinitura; teniamo come riferimento il costo orario di un lavoro medio-basso, e moltiplichiamolo per le ore necessarie a completare il lavoro; ho visto alcuni tessitori segnalare sull'etichetta le ore di lavoro impiegate: mi sembra un'idea interessante, anche per far capire quanto impegno ci vuole!
- il costo dello spazio-vendita: anche il costo dell'affitto del proprio posto al mercatino va calcolato.
Per regolarsi, chiedersi se si sarebbe disposti ad acquistare quell'oggetto a quel prezzo e se si sarebbe disposti a rifare quell'oggetto per lo stesso prezzo. Se la risposta è "no", è meglio non metterlo in vendita o cambiare qualcosa (ad esempio, studiare un modo per fare la stessa cosa in maniera più veloce o più semplice). Inoltre il parere di qualche persona affidabile è sempre un buon aiuto.
Mettere sugli oggetti il cartellino con il prezzo e alcune informazioni di base (tecnica, materiali, istruzioni per il lavaggio, ecc.)
Tenere d'occhio le reazioni dei potenziali compratori e fare un bilancio a fine giornata aiuterà a fare scelte più mirate alla prossima occasione!
Qualche buona idea e riflessione per approfodire il tema, in particolare per gli oggetti tessuti a mano, si trova infine qui (in inglese).

lunedì 26 aprile 2010

"Le vie della Tessitura" a Orvieto

Ieriho visitato la manifestazione "Le Vie della Tessitura" ad Orvieto.
E' stata una bella occasione per vedere lavori molto interessanti e conoscere alcuni dei tessitori, avendo la possibilità di confrontarsi con esperienze diverse e soprattutto dialogare con chi ha molta (ma davvero molta) più esperienza!
Mi ha fatto inoltre molto piacere avere vicino la mia insegnante di tessitura e poter scambiare impressioni e idee anche con lei.
Purtroppo non ho potuto portare la macchina fotografica, così cerco di rimediare con qualche link ai lavori delle persone speciali che ho incontrato:
Giulia Zavattoni
Renza Cocchi
La Piazzetta delle Arti
le foto in ogni caso non rendono giustizia della bellezza dei lavori, che visti dal vivo sono tutta un'altra cosa!
Tra un mese, alla manifestazione "Tramando Tessendo" a Zagarolo ci sarò anch'io (con i miei compagni apprendisti tessitori della Scuola di Arti Ornamentali di San Giacomo, ovviamente)!

mercoledì 21 aprile 2010

Tessuto a riquadri

Con la tecnica del tessuto popolare ho realizzato questo intreccio, utilizzando il rimettaggio "Orange Peel" Motivo n. 10) tratto da Miniature Patterns for Hand Weaving, parte 1

Motivo a riquadri

ordito: cotone Cablè n.5 colore nero

pettine: 8 fili al cm

trama: per i passaggi di tela: cotone Cablè n. 5 nero (come ordito); per il motivo: misto Lino/Cotone sottile messo doppio, colore bianco


Movimento licci:

1 2 - 3 volte

*3 4 - 8 volte

1 2 - 3 volte*

ripetere la parte tra i due asterischi

N.B. - lo schema indica soltanto i passaggi di motivo; alternare un passaggio di tela (una volta 1-3, la successiva 2-4) ad ogni passaggio del motivo.

Per esteso, il movimento licci è il seguente:

1-3 nero

1-2 motivo

2-4 nero

1-2 motivo

1-3 nero

1-2 motivo

2-4 nero

3-4 motivo

1-3 nero

3-4 motivo

2-4 nero

1-2 motivo

1-3 nero

1-2 motivo, ecc

Nell'immagine 3 file di riquadri sono alternate a 12 passaggi di tela in nero. Il tessuto è fotografato in orizzontale.