venerdì 18 giugno 2010

Rifinire i bordi

Per rifinire il bordo di un tessuto fatto a mano si possono utilizzare diverse tecniche:

Rifinitura a zig zagAll'inizio e alla fine della tessitura fare alcuni passaggi di trama con un filo di diverso colore; una volta staccato il tessuto dal telaio, si esegue una cucitura a macchina con uno zig zag fitto lungo il bordo e poi si eliminano i passaggi di filo contrastante.


Rifinitura a frangePer sciarpe, scialli, coperte, tovagliette, ecc. le frange possono essere un motivo decorativo piacevole. All'inizio e alla fine della tessitura fare alcuni passaggi di trama con un filo diverso per evitare che nelle manipolazioni successive la parte tessuta si disfi. Ricordare sempre di calcolare nella lunghezza dell'ordito anche la lunghezza desiderata per le frange, con un po' di abbondanza per poterle annodare (in particolare quando si monta un ordito lungo per fare più sciarpe in sequenza!) Staccare il tessuto dal telaio e sfilare delicatamente i passaggi di filo contrastante, annodando i fili di ordito a gruppetti di 6-8 fili; il numero dei fili per ogni gruppetto può variare a seconda della grossezza del filato utilizzato. Se si desidera una frangia più ricca, si possono aggiungere dei fili supplementari prima di annodare. La frangia si può annodare in maniera semplice (fare i nodi tutti nella stessa maniera e direzione!) oppure utilizzando le tecniche del macramè per ottenere un bordo più elaborato.
Dopo aver finito di annodare, disporre il tessuto su un tavolo con i fili delle frange ben stesi e tagliarli tutti alla stessa altezza.


Rifinitura sul telaio
Questa rifinitura si fa preferibilmente prima di staccare il tessuto dal telaio, poichè la tensione dei fili rende molto più facile il lavoro. Si ottiene una frangia a mazzetti che non è fermata da nodi e quindi risulta piatta e meno rustica.
All'inizio del tessuto: fare alcuni passaggi di trama con un filo contrastante, poi iniziare a tessere lasciando a destra una "coda" di filo lunga almeno 4 volte la larghezza del tessuto sul telaio. Fare alcuni passaggi di trama normalmente. Infilare il filo lasciato all'inizio in un ago senza punta e riunire i fili di ordito a mazzetti di 4-8 fili, eseguendo lo stesso movimento del punto a giorno a colonnine (vedere disegno).
Alla fine del tessuto: raggiunta a lunghezza desiderata, interrompere la tessitura e lasciare sulla destra una lunghezza di filo di trama almeno 4 volte la misura della larghezza del tessuto, poi con questo filo procedere come sopra.
Personalmente mi trovo meglio a lavorare da destra verso sinistra, ma si può fare lo stesso movimento anche da sinistra a destra. Ricordarsi perciò di lasciare il filo per la legatura dei mazzetti dal lato che risulta più comodo.

martedì 15 giugno 2010

Tessuti doppi

I tessuti doppi sono una struttura particolare che consente di tessere due strati di tessuto sovrapposti, che possono essere separati, o uniti su un solo lato (è possibile perciò tessere stoffe larghe fino al doppio della larghezza del telaio), o uniti sui dui lati (ottenendo un tessuto a "tubo" utile per borse e cuscini) - questi effetti si possono realizzare con 4 licci; i due strati possono anche "scambiarsi", cioè lo strato superiore divente quello inferiore e viceversa, consentendo effetti di colore interessanti - per i quali però occorrono minimo 8 licci.
Per una trattazione approfondita di cosa siano i tessuti doppi e soprattutto della teoria della progettazione di tali tessuti, si possono consultare le lezioni in forma di laboratorio di Paul O'Connor, in inglese e illustrate.
Nello stesso sito si trovano anche gli schemi di riferimento per ottenere le diverse lavorazioni per i tessuti doppi.

domenica 13 giugno 2010

Sciarpa a grossa spina di pesce

Sciarpa eseguita utilizzando uno degli intrecci imparati a scuola sul telaio ad 8 licci.

Materiali:
Ordito: lana "Merinos Extra" della Lane Mondial, 50% lana merinos, 50% acrilico; 100 grammi=245 metri; 1 gomitolo da 100 grammi per ciascuno dei seguenti colori: giallo, marrone, arancione, bordeaux
Trama: lana "Merinos Extra" della Lane Mondial, 2 gomitoli da 100 grammi in nero

Riduzione del pettine: 4 fili al cm, 1 filo per dente

Ordito: 96 fili totali, lunghi circa 2,75 m;
alternare i colori come segue: 8 fili gialli, 8 fili marroni, 8 fili arancioni, 8 fili bordeaux; ripetere la sequenza per 3 volte

Rimettaggio: seguito, su telaio ad 8 licci: 1-2-3-4-5-6-7-8, ripetere per 12 volte (si cambia il colore dei fili di ordito ogni volta che si ricomincia la sequenza del rimettaggio)

Intreccio: derivato saia (da batavia da 8)
Tessere per circa 190 cm; rifinire con frange ai due lati.
Misura finita: 23 x 185 cm + frange

venerdì 11 giugno 2010

Storia e ispirazioni

Gironzolando per la rete, ho trovato questo blog inglese che si occupa di arti tessili e in particolare degli aspetti storici, con una gran quantità di immagini, riferimenti bibliografici e informazioni: si chiama The Textile Blog e consiglio caldamente una visita.
Nella sezione Web and Blog Links si trovano moltissimi link a musei e istituzioni dedicati alla tessitura e alle arti tessili, anche questi tutti da esplorare, sia per cercare informazioni, sia per ammirare le immagini e magari trarne qualche nuova, ispirata idea...
Per non perdere il filo di questa risorsa, che mi pare particolarmente interessante e utile, metto il link anche nella barra laterale di questo blog.

lunedì 7 giugno 2010

Costi & prezzi

Nel blog di Eva Basile si trovano alcune interessanti considerazioni sul lavoro artigianale fatto in "serie", cioè in quantità consistenti, e sulla possibilità (e l'opportunità o meno) di venderlo ad un prezzo accettabile sia per chi lo esegue che per chi lo acquista.
Il valore del lavoro artigianale è un argomento dalle mille facce, e probabilmente non esiste un unico modo "giusto" per dare un "prezzo" ai propri lavori, ma sicuramente le osservazioni di Eva Basile possono stimolare ulteriori riflessioni.
Il valore di quello che facciamo sicuramente non si misura con un controvalore in denaro: per quanto mi riguarda, mi sento già pagata (meglio: appagata) mentre vedo nascere qualcosa dalle mie mani, piccolo o grande, bello o brutto che sia. Mentre lavoro, so già di aver guadagnato qualcosa imparando da quello che sto facendo.
Però è anche vero che riuscire a vendere qualcuno dei propri lavori è un modo per rendere fruttuoso il proprio imparare, o un mezzo per avere la possibilità di continuare ad investire in tempo e materiali per potersi ancora dedicare alla propria passione...
Ed è inoltre vero che (purtroppo) spesso le persone giudicano il valore delle cose fondandosi sul loro prezzo: se costa tanto, vale tanto; se costa poco, è una cosa di poco valore... è un ragionamento che viene applicato un po' ovunque, anche laddove non ha proprio senso (quante volte, davanti ad opere d'arte meravigliose - non fatte da me, ovviamente, ma da Monet, Caravaggio, Van Gogh... lavoro nei musei! -, mi sono sentita chiedere "quanto potrebbe costare?", come se davvero l'unico mezzo per capirne l'importanza fosse dargli un prezzo monetario! mi arrabbio, certo, ma soprattutto mi fa una gran tristezza)
Non tanto come tessitrice, ma come lavoratrice in generale, sto faticosamente imparando a non accettare lavoro da chi cerca di svalutarlo al di sotto del limite della decenza, con due motivazioni fondamentali:
- vuol dire che pensi che il mio lavoro valga proprio poco; se vale poco, evidentemente chiunque è in grado di farlo, e allora fallo da te;
- se chiedi un ribasso eccessivo, vuol dire che non ti dispiacerebbe averlo gratis; ma se devo regalare il mio lavoro, lo regalo a chi voglio io!
Paradossalmente, preferisco lavorare gratis piuttosto che essere ricompensata in maniera inadeguata: la persona che riceve qualcosa gratis rimane comunque in qualche modo debitrice, mentre chi la paga (anche scandalosamente poco) pensa di aver risolto l'affare ed essere a posto.
Non vorrei sembrare stupidamente spocchiosa, anche perchè di lavori gratis e di lavori con fregatura me ne sono capitati diversi e ne capitano ancora.
Penso però che il rispetto di se stessi e del proprio lavoro, visto come vanno le cose, passi anche attraverso il valore che ci diamo, mettendo in equilibrio una giusta dose di umiltà e una giusta dose di autostima, senza eccedere nell'una e nell'altra... (e non è per niente facile!)

sabato 5 giugno 2010

Cimose perfette (o quasi)

Per ottenere delle cimose regolari si può ricorrere a quella che in inglese è chiamata "floating selvedge", cioè cimosa flottante (o galleggiante).
Come si fa: il primo e l'ultimo filo di ordito non vengono passati in nessun liccio, e poi passano regolarmente nel pettine. In questo modo, durante la tessitura, i due fili laterali rimarrano sempre a mezza altezza, senza abbassarsi o alzarsi secondo il movimento dei licci; ad ogni passaggio di trama, si passa sopra o sotto il filo di cimosa, senza la necessità di fare particolare attenzione. Si può decidere di passare sempre sopra al filo di cimosa e poi infilare la spola sotto, o viceversa; non è importante l'ordine, anche se per avere delle cimose regolari sarebbe meglio seguire sempre lo stesso movimento. Con questo tipo di cimose, il filo laterale è sottoposto a minore sfregamento e si rovina meno, inoltre la tessitura procede più veloce, perchè non c'è bisogno di manipolare la spola per passare attorno al filo laterale quando questo rimane nella stessa posizione del passo precedente (ad esempio nelle batavie, nel panama, ecc.)

giovedì 3 giugno 2010

Storie di Tessitura

Lo scorso anno (2009) si è tenuta a Moncalieri una mostra interattiva dal titolo "Tessere la vita" (che purtroppo non ho visto).
Sul sito della mostra www.tesserelavita.it è disponibile un estratto del catalogo, con storie di tessitura, immagini e una serie di saggi in cui si parla di tessitura e diversi aspetti della realtà; ecco dove trovarlo e scaricarlo direttamente in .pdf: Tessere la vita

mercoledì 2 giugno 2010

Tramando Tessendo 2010

Ecco una foto del "nostro" banchetto a Tramando Tessendo 2010!
Si possono così ammirare le opere del gruppo dei tessitori della Scuola Arti Ornamentali di San Giacomo di Roma, anche se nella foto non si vedono alcune cose molto belle che erano appese sul lato sinistro e non sono entrate nell'inquadratura (tra cui una serie di borsette coloratissime e un bel gilet)!
Ognuno ha portato la sua creatività e il suo gusto, così c'era davvero un po' di tutto: dai cuscini alle borse, dalle tovaglie alle sciarpe, dai vestiti ai cappelli... in tantissimi colori e stili diversi, a rispecchiare le tante mani che hanno contribuito a questa piccola-grande avventura.
Non vorrei essere immodesta, ma secondo me è stato il banchetto più allegro della mostra, sia per la varietà dei pezzi, sia per la simpatia del gruppo che lo ha animato!
Anzi, ne approfitto qui per ringraziare tutti per la bellissima esperienza che abbiamo condiviso!